venerdì 9 gennaio 2015

Come mosche in Autunno

Louis_Althusser

Dominio senza soggetto
- Sul superamento di una critica sociale riduttiva -
di Robert Kurz

5.
Il marxismo si dimostrò incapace non solo di rimanere immune agli sviluppi dello strutturalismo e della teoria dei sistemi - fatta eccezione ovviamente per gli ignoranti dei movimenti di agitazione - ma quasi allo stesso tempo fece anche nascere sul suo stesso terreno una variante teorica pseudo-strutturalista, la quale a sua volta influenzò progetti non-marxisti (Foucault, per esempio). Com'è noto, furono i lavori di Louis Althusser a produrre tale movimento. Althusser era e rimase, sotto molti aspetti, un marxista tradizionale (e anche, fra l'altro, una marxista di partito nel PCF, sebbene non conformato e all'opposizione). Con l'aiuto delle idee strutturaliste, tuttavia, cercò di fondare una nuova lettura di Marx.
Questa non consisteva solamente in un flirt con la terminologia strutturalista, come più tardi Althusser tentò di far credere, ma in un elemento del tutto genuino del "processo" strutturalista e della teoria dei sistemi rivolto "contro il soggetto". Lo stesso Althusser, già nel testo "Per Marx", scritto nel 1965, indica come suo obiettivo: "tracciare una linea di demarcazione fra la teoria marxista e le forme del soggettivismo filosofico (e politico) in cui essa si è immersa o che la mettono in pericolo." (Louis Althusser, Per Marx).
Il vero obiettivo qui appare ancora velato dal concetto di "soggettivismo", spesso strumentalizzato dal vocabolario marxista medio - concetto questo che in sé non implica nessuna riflessione sistematica sul concetto di soggetto in generale. Ma Althusser ben presto divenne più esplicito, come indicano esempi presi quasi a caso dalla sua opera: "Il processo (o la dialettica) senza soggetto dell'alienazione è l'unico soggetto riconosciuto da Hegel. Nello stesso processo non c'è soggetto: il processo stesso è il soggetto, proprio per il fatto di non avere soggetto (...) Eliminata, quando possibile, la teleologia, rimane la categoria filosofica di un processo senza soggetto assimilata da Marx. Questo è il più importante lascito positivo assimilato da Marx ed Hegel: il concetto di un processo senza soggetto. Tale concetto dà sostegno a tutto Il Capitale (...) Parlare di un processo senza soggetto implica però il fatto che l'espressione "soggetto" è un'espressione ideologica." (Louis Althusser - Lenin e la filosofia).
Le conclusioni, desunte da Althusser circa la "nuova lettura" dell'opera principale di Marx (Leggere il Capitale, 1965, in collaborazione con  J. Ranciére, R. Balibar ed altri), contengono tutti i principali momenti dello strutturalismo e perfino della teoria dei sistemi, come ci chiarisce il riassunto in qualche modo inadeguato di Günther Schiwy. Secondo lui, il marxismo doveva assimilare una conoscenza essenziale, per cui: "L'uomo non è al centro del mondo e neppure al centro di sé stesso, poiché un tale centro non esiste. Ora, questo conferma la diffidenza marxista nei confronti di tutta la concezione umanista dell'uomo e nei confronti del concetto dell'homo oeconomicus, come se l'uomo fosse soggetto e oggetto dell'economia, e nei confronti dell'uomo storico: l'uomo come soggetto ed oggetto della storia mondiale. In realtà, i veri soggetti dell'attività economica non sono gli uomini che hanno un lavoro, e tanto meno i funzionari che distribuiscono incarichi, e ancor meno i consumatori, ma bensì le condizioni di consumo di distribuzione e di produzione. Tali condizioni formano un sistema complesso, alle cui strutture l'uomo è estraneo, ma che lo determinano fino ai più piccoli dettagli. Solo l'equivoco ideologico ed umanista converte una tale conoscenza scientifica nell'illusione dell'indispensabile interiorità dell'uomo che determina il corso delle cose." (Günther Schiwy - Lo strutturalismo francese).
La questione attiene a come Althusser armonizzi quest'interpretazione con posizioni "rivoluzionarie". Di fatti, con l'esclusione del soggetto, Althusser affranca il marxismo dalla vecchia critica del dominio. Era quello che più voleva? Lo strutturalismo non esclude in nessun modo dei "processi diacronici", e la teoria dei sistemi ammette perfettamente mutamenti, crisi e perfino trasformazioni sistemiche. Solo che queste, in accordo con la loro essenza, sono talmente sprovviste di soggetto quanto lo è il "funzionamento" ed il movimento dei sistemi stessi. E' esattamente in tal senso che Althusser intende la sua reinterpretazione del marxismo. Egli supera il marxismo, non compiendo un passo in avanti, cioè, non attraverso un'assimilazione sistematica della critica del feticismo, ed ancor meno affronta il supposto avversario, ma lo fa assorbendo nel suo nucleo, senza modifiche, tutto il marxismo del movimento operaio, sebbene ora plasmato dalla nuova "normativa" del movimento strutturalista, e senza soggetto (Nota: vale la pena indagare in che misura un simile concetto, in ultima analisi pienamente "determinista", si trovi già - seppure non formulato in maniera metodica o meta-teorica - nella vecchia socialdemocrazia). C'è già tutto: la borghesia, il proletariato, la lotta di classe, gli intellettuali fluttuanti. Solo che ora non si tratta più di soggetti autonomi sul ring storico, ma si tratta solamente di "funzionamento" di un processo contraddittorio senza soggetto. Tutti agiscono come devono agire secondo la loro "funzione sistemica". Athusser non osa, nemmeno una volta, giocare innocentemente col famigerato "istinto di classe" del proletariato. La borghesia esegue le funzioni senza soggetto della conservazione del sistema, il proletariato esegue (visto che si tratta di un processo sistemico contraddittorio) la funzione contraria e senza soggetto di critica al sistema, e così si sviluppa la lotta di classe, ugualmente senza soggetto, come risultante sistemica. Il saldo finale di questo "processo senza soggetto" può essere solamente la trasformazione sistemica - ovviamente senza soggetto - nel socialismo, il quale da parte sua consisterà quindi, sorprendentemente, di un (altro) sistema senza soggetto.
Tutto sommato, la costruzione di Althusser appare estremamente insoddisfacente. Il fatto che non sia stata un'innovazione del marxismo, ma solo una sepoltura teorica, è stato prontamente riconosciuto. In realtà, il marxismo ha sempre vissuto come ideologia illuminista del soggetto autonomo a priori. Amputarlo e continuare a recitare il vecchio rosario, era un'impresa destinata all'insuccesso. L'invalido sdentato che ne rimaneva non poteva essere la sposa raggiante del rinnovamento umano. Ma con l'interpretazione strutturalista non era solo l'enfasi rivoluzionaria del marxismo a fuggir via, come l'aria da un pallone bucato, ma, contro le intenzioni di Althusser, veniva strappata via anche tutta la pratica giustificativa. Infatti, se tanto la lotta di classe quanto lo stesso desiderato socialismo sono dei semplici "processi senza soggetto", chi potrà garantire un contenuto umanitario e dei risultati guidati dalle necessità umane? I comunicati del "fronte della costruzione socialista" dell'Est e la prassi del "movimento di liberazione" del Sud diventavano ogni giorno peggiori e sempre più allarmanti. Althusser è stato solamente uno fra i tanti becchini del marxismo che ben presto, in Francia, si sarebbero messi all'opera in maniera molto più aperta e meno contrita.
Com'era già avvenuto con gli strutturalisti in generale, la vecchia ideologia del soggetto, nell'interpretazione di Althusser, si ergeva, in tutte le sue varianti, contro la propria distruzione. Ma nemmeno la reprimenda del Partito, che temeva un "affossamento dell'impegno rivoluzionario", né le polemiche di Sartre o di Alfred Schmidt potevano più contenere, una volta iniziato, il processo teorico di distruzione del soggetto illuminista. Tali tentativi erano tanto impotenti quanto l'analoga discussione fra Jürgen Habermas e Niklas Luhmann, per esempio. Come si è detto, le teorie occidentali del soggetto erano ormai da tempo distrutte e si erano rivelate essere aporie del concetto del soggetto inteso come "Dialettica dell'Illuminismo". Lo strutturalismo e la teoria dei sistemi non avevano fatto altro che dedurre quelle conclusioni che erano già nell'aria. E' stato così che la lunga storia teorica del soggetto occidentale ha raggiunto il suo fine ultimo.
Di fatto, difficilmente si può negare il profondo contenuto di verità dei concetti di "sistema", "struttura" e "processo" senza soggetto rispetto all'empirismo osservabile delle relazioni borghesi della modernità tardiva o "postmoderna". Lo strutturalismo e la teoria dei sistemi dicono soltanto quello che di fatto è, o che appare come realtà. Gli ideologhi umanisti ed illuministi del soggetto, incluso il marxismo, non negano il "caso" superficialmente, ma vogliono criticarlo. Il loro punto di vista però è abbastanza precario, poiché essi devono accettare un soggetto aprioristico che "si dimentica" di quello che anche è, e di quello che fa. Il violino di questo concetto del soggetto suona sempre la medesima canzone: bisogna ristabilire una coscienza che ha perso il centro soggettivo dei processi sociali. Questo è in realtà il più basso rousseauismo, puro secolo XVIII, ancor peggio, arricchito nella sua superficie con i risultati della scienza moderna e con i saldi della critica dell'economia di Marx. Il pensiero illuminista è fondamentalmente incapace di immaginare la "fattura" di "qualcosa" senza un soggetto preesistente di quest'azione; un'azione senza soggetto non gli appare solo mostruosa, ma anche un'impossibilità logica. Il fatto per cui qui, nella società esistente, qualcosa giri a vuoto, dev'essere in qualche modo cosciente (soprattutto nella sua variante marxista); ma certamente deve trattarsi di un "errore", errore che a sua volta è stato causato soggettivamente, ossia, dalla "volontà di sfruttamento" o dalla "volontà di potere" dei dominanti. I solidi argomenti dello strutturalismo e della teoria dei sistemi concludono che l'accettazione di questo soggetto aprioristico è "metafisica" inconsistente, che tale soggetto non è mai esistito né, secondo logica, potrà mai esistere.
Questa posizione è solida, ma è anche irrimediabilmente affermativa. Getta acqua sul fuoco di ogni critica sociale. Contro di essa nulla può la disperata "prassi nonostante la teoria" di Foucault e neppure il vaporoso progetto "secondario" di lotta di classe di Althusser. Questa è stata a lungo anche la posizione della Teoria Critica. D'altra parte, la prassi sociale del "sistema" moderno - ma che si è trasformato in sistema mondiale diretto - è più che mai degna di critica o, per dirla tutta, è insostenibile. Diventa evidente che questo "tutto sistemico" - alla pari, ironicamente, con l'ideologia critica del soggetto - arrivi alla sua fine storica sempre più catastrofica.
La prassi critica e rivoluzionaria deve però essere fondabile, e pertanto va nuovamente fondata. I movimenti pratici, i partiti e le sette marxiste (come per esempio il precedentemente citato "Gruppo Marxista") "hanno pensato per inerzia", per anni, in una forma teoricamente ignorante. Non comprendono né tantomeno superano lo sviluppo teorico ed i suoi risultati, ma anche se ne prendono conoscenza la scartano come "falso" o "assurdo". Tutto prima appariva così tanto "semplice": gli uomini dovevano solo seguire i loro "interessi", o essere portati a farlo; la "prassi" appariva innanzitutto fondabile a partire da sé stessa. La pena, per questa ignoranza infondata, è proprio il fallimento pratico - ed in forma definitiva. Il fatto per cui tutti i vecchi marxisti e le loro organizzazioni, riviste, ecc., scossi dal collasso dell'Est europeo, muoiono come mosche in autunno, ha in sé qualcosa di liberatorio. La più recente "crisi del marxismo", proclamata alla metà degli anni 60 da Althusser, è stata, a dir la verità, l'ultima.
Se oggi c'è ancora la possibilità di pensare critica sociale e prassi trascendente (non a partire da relazioni ideologiche ostinate, ma perché la prassi lo richiede) - e se questo dev'essere realizzato facendo uso della fondamentale teoria di Marx - l'unica strada praticabile è quella che penetra il "continente oscuro" della critica del feticismo, quel feticismo che  poi venne nascosto dal marxismo di taglio soggettivo-ideologico. Non a caso Althusser ha espressamente tacciato il concetto di feticismo di essere una "ideologia" da scartare. Rimane da dimostrare in che misura la riammissione sistematica del concetto di feticismo consenta, al di là del marxismo, la meta-critica della modernità borghese, ossia, se si possa formulare un concetto fondamentalmente diverso di coscienza sociale, che sia capace di rompere effettivamente la griglia tecnica dello strutturalismo e della teoria dei sistemi, e non solo fornire un nuovo infuso, diluito fino all'insipienza, della metafisica rousseauista ed illuminista della soggettività a priori. Solo allora la critica del dominio sarà nuovamente fondabile, solo così sarò possibile una re-storicizzazione del movimento strutturale senza soggetto apparentemente astorico.

- Robert Kurz -


- 5 di 12 - continua ...


fonte: EXIT!

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