Sul dono e sullo scambio – di Alan Testart
Uno degli aspetti più curiosi del "Saggio sul dono" di Marcel Mauss sta nel fatto che, pur facendo l'elogio del dono, insiste un po' troppo sul famigerato « obbligo a ricambiare » e finisce così per farci dimenticare la distinzione fra donare e scambiare. In effetti, se si potesse assimilare la sequenza dono-controdono ad uno scambio, qualsiasi fenomeno di circolazione potrebbe senza dubbio essere ricondotto sotto l'etichetta dello « scambio »: questo - si sa - è la strada presa da Levi-Strauss, largamente condivisa da molti.
Da ciò, ne è risultata una sorta di filosofia, il cui credo principale vuole che lo scambio sia alla base di ogni vita sociale.
Ora è chiaro che tale opinione ha potuto formarsi, e prevalere, solo grazie alla confusione fra scambio e reciprocità, all'assimilazione abusiva della catena dono/contro-dono da parte dello scambio, o grazie alla rimozione di un concetto sociologico assai evidente come quello della dipendenza.
Si è finito per parlare solo di « scambio » e di « forme di scambio » (ristrette o generalizzate, dentro un ciclo o al di fuori di esso, ecc. dando così la prevalenza ad un punto di vista cinematico), anziché vedere nello scambio solo un caso particolare, assai particolare, fra tutte le forme di circolazione; un caso che è tutt'al più a fondamento solo di qualche società fra tutte quelle di cui studiamo la storia e la geografia.
Lo scambio è sicuramente alla base della nostra società - tutto il mondo lo vede - alla base della nostra economia di mercato, cos' come della nostra ideologia politica, e perfino alla base del nostro modo attuale di « comunicare ». Ma come non vedere, ugualmente, che la società della Cina classica si fonda su un rapporto di dipendenza tra il sovrano ed i suoi sudditi, e niente affatto sullo scambio? Come non vedere che nelle società dominate dai vincoli di parentela, come quelle dell'Australia aborigena, la vita sociale si organizza in funzione di dipendenze reciproche e simmetriche, e non in funzione dello scambio? Chi non vede che nella costa nord-ovest del Nord America si aveva a che fare innanzitutto con doni e contro-doni, e che questo avveniva tanto nella vita sociale ed economica, quanto nei rapporti che gli uomini intrattenevano con gli spiriti? Chi non vede che nella più parte delle società dell'Africa, oppure del sud-est asiatico, è il debito a svolgere il ruolo principale, tanto nella società che nella religione, un debito dovuto a titolo di risarcimento , di cui spesso abbiamo sottolineato le differenze rispetto allo scambio?
Lo scambio non è affatto la chiave delle società, è tutt'al più la chiave di una società che, diventata coestensiva a tutto il mondo, è nondimeno, sociologicamente parlando, una fra tante.
L'egemonia teorica accordata allo scambio è solo effetto dell'etnocentrismo.
- Alan Testart - Critique du don, Paris, Syllepse, 2007, pp. 69-70 -
1 commento:
per non parlare di K299, dove l'unica moneta corrente, se si può chiamare moneta, è l'OB
(cfr. Eric Frank Russell, The Great Explosion, 1962).
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