“Bisogna costruire degli scenari non abitabili; costruire le strade della vita reale, gli scenari di un sogno ad occhi aperti. (…) l’urbanismo unitario si ricongiunge oggettivamente agli interessi di una sovversione d'insieme. Così come l’habitat, l’urbanismo unitario è distinto da problemi estetici. Va contro lo spettacolo passivo (…) Mentre oggi le città vengono offerte come un penoso spettacolo, un supplemento ai musei, per i turisti trasportati su corriere di vetro, l’U.U. prende in considerazione l’ambiente urbano come terreno di un gioco di partecipazione. (…) L’urbanismo unitario è contrario alla fissazione della città nel tempo (…) ed è contrario alla fissazione delle persone in dati punti della città. E’ lo zoccolo di una civiltà del tempo libero e del gioco. L’esperienza situazionista della deriva, che è allo stesso tempo mezzo di studio e gioco dell’ambiente urbano, rimane sulla via dell’urbanismo unitario.” ("I.S." n°3, p. 11)
New Babylon, modello di città in divenire, adatto ad una popolazione nomade sempre disposta al cambiamento, senza legami con vecchi modelli sociali che si rifanno alle “ormai obsolete ideologie della proprietà privata e della sedentarietà”. Gli accampamenti dei nomadi e i parchi gioco sono i suoi modelli ideali. Il tentativo di Constant è quello di riportare l’architettura e l’urbanistica nelle mani dei suoi proprietari, gli abitanti, che saranno così liberi di scegliere e modificare in qualsiasi momento, in base ai loro bisogni e desideri, il proprio habitat.
La sua New Babylon è immaginata temporanea, mutevole, ipertecnologica, ludica, nomade, la creazione delle situazioni è spontanea e naturale, il desiderio ed il suo soddisfacimento la fanno da padroni.
Constant Nieuwenhuys, inizia ad ideare una città per una nuova era dell’umanità, in cui tutto il tempo libero, unito ad una visione della vita assolutamente nomade, senza occupazione fissa del suolo, senza appropriazione fissa dei mezzi di produzione, deve essere utilizzato solamente per creare quegli oggetti e quegli strumenti in grado di sostenere la libertà creativa del nuovo homo ludens.
La prima immagine di New Babylon esce nel 1957 su Potlacth, rivista dell’Internazionale Lettrista.
La città appare, ad un osservatore che la percorre, come sospesa sulla propria testa, non vi trova né strade, né marciapiedi, non essendoci una vera e propria città, ma uno spazio senza confini o, comunque, dai confini instabili, sempre mutevoli in base ai desideri alle esigenze che si manifestano.
Se si cerca di trovare dei punti di riferimento che possano chiarire una sua comprensione, in base ai canoni classici di città comuni a tutti, è tempo sprecato, non si troverà un centro urbano, dove sono collocate tutte le attività terziarie, o governative che siano, non si troveranno delle enormi periferie con caserme-dormitorio, né enormi strade per un continuo andirivieni casa-lavoro, lavoro-casa, per il semplice fatto che nella società di New Babylon non c’è lavoro, è stato eliminato, tutta la produzione è stata automatizzata. L’intera città è creata solamente per il soddisfacimento dei veri bisogni dell’uomo, quelli che la società del benessere capitalista borghese tende a nascondere. New Babylon è la città per una società del desiderio dove l’uomo dedica tutta la giornata alle attività creative.
Non si troveranno cartelli stradali che ci indicano direzioni, non essendoci direzioni da percorrere, ma una semplice erranza da attuare in una esplorazione continua di tutto lo spazio creato, presente e futuro.
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