L'organizzazione della quinta colonna in Spagna, durante la guerra civile spagnola, si deve ad Arturo Bocchini, capo dell'OVRA. Questa, insieme alla Gestapo tedesca, fornì il quadro tecnico che servì da base. Il quartier generale retto dalla Gestapo, aveva sede a Salamanca, mentre quello dell'OVRA si trovava, dapprima, a Burgos, e quando questa cadde in mano ai repubblicani, passò a Siviglia. La parte di quinta colonna controllata dall'OVRA, con centro a Roma, era principalmente dedicata a compiti, a livello nazionale, quale la demoralizzazione della retroguardia e il consolidamento dello spirito di ribellione anti-repubblicano e, a livello internazionale, il discredito del governo di Madrid. La base di tale azione, era la Radio. Tutti i circoli disponevano di un radio ricevitore e, talvolta, di un trasmettitore che dipendeva dalla stazione chiave di Siviglia, dalla quale Queipo de Llano camuffava le comunicazioni clandestine per mezzo delle sue ciarle buffonesche, apparentemente innocenti. La quinta colonna poteva contare sulla consulenza di Walter Nicolai.
Tutti i partiti e tutti i sindacati spagnoli peccarono di ingenuità, spalancando le loro porte all'infiltrazione del nemico imboscato nella retroguardia: non c'era un quintacolunnista veramente pericoloso che non avesse in tasca la garanzia di un qualche sindacato. Le radio del quadrilatero Siviglia-Lisbona-Roma-Berlino facilitavano, per mezzo delle loro onde corte, la trasmissione di tutto quello che era necessario al lavoro quotidiano della quinta colonna. I centri di fabbricazione di notizie, per la propaganda clandestina, erano ubicati nei rifugi situati dentro le ambasciate straniere, al riparo della loro extra-territorialità e dell'esercizio abusivo del diritto di asilo.
da - “La quinta columna española” di Manuel Uribarri -
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