Il fisico David Deutsch sostiene che se gli esseri umani non sono ancora immortali, questo è perché Atene perse la guerra del Peloponneso!!!
Partendo dal presupposto che una copia del cosiddetto "software cerebrale" potrebbe essere trasferito ad un nuovo cervello che, a sua volta, andrebbe a controllare un nuovo corpo, e considerando che non vi sono leggi fisiche che impedirebbero un simile procedimento; vuol dire che se non lo stiamo facendo, è perché non abbiamo sufficienti conoscenze. Vale a dire, quello che abbiamo è un problema tecnico. Se il progresso continua, la soluzione di qualsiasi problema tecnico diventa solo questione di lavoro e di tempo. Il conseguimento dell'immortalità dipende solo dalla continuità del progresso.
Ed il progresso è, di fatto, un'accumulazione esponenziale di conoscenze risultanti da una rapida successione di innovazioni. Un milione e mezzo di anni fa, gli esseri umani scoprirono come fare ad affilare una selce per ottenere un coltello. Poi, ci volle un altro milione di anni perché qualcuno si rendesse conto che la pietra poteva essere affilata da entrambi i lati, e che se ne poteva ottenere una lancia. Così, nel 1903, i fratelli Wright passarono alla storia per aver effettuato un volo della lunghezza di un centinaio di metri. Solo 13 anni dopo, il Barone Rosso combatteva nei cieli della Francia e, nel 1969 - 66 anni dopo il volo dei fratelli Wright - Neil Armstrong passeggiava sulla Luna. E sono passati appena 25 anni dal momento in cui venne inviato il primo messaggio attraverso Internet. Insomma, il progresso!
Ma il progresso, come lo concepiamo oggi, comincia con l'Illuminismo del diciassettesimo secolo e si caratterizza per la sua multidimensionalità: scientifica, tecnologica, sociale e morale. Il progresso, insomma, sarebbe potenzialmente illimitato, proprio della civiltà occidentale e ... fragile. La fragilità deriva dal fatto che, per estrinsecarsi, il progresso necessiterebbe di una società che sia aperta (nel senso di Popper) ed ottimista (nel senso di Deutsch). Non può esservi progresso in una società chiusa, retta dal principio di autorità, nella quale i temi sopra i quali si può dibattere, e l'interscambio di idee, siano strettamente limitate. Non vi può essere progresso in una società pessimista, nella quale le innovazioni non vengono percepite come opportunità, ma addirittura come minacce.
Il progresso abbisogna di una società aperta, con verità provvisorie, dove si possa discutere se è vero che Dio gioca a dadi o se sia conveniente il matrimonio omosessuale. L'importante non è il tema, ma che si possa svolgere il dibattito.
Volgendo lo sguardo indietro, però, ci si rende conto che finora tutte le società nella storia sono sempre state società chiuse e pessimiste; salvo due eccezioni! La Firenze dei Medici, che fu molto effimera, e l'Atene dell'Età dell'Oro, il cui ottimismo venne schiacciato da Sparta, nel corso delle guerre del Peloponneso. Cosa sarebbe accaduto se Atene avesse vinto? Cosa sarebbe successo se l'ottimismo ateniese fosse durato per molto più tempo?
Saremmo immortali ed avremmo visitato le stelle?
Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
sabato 20 aprile 2013
e se …
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