martedì 2 aprile 2013

ismi

dada7

In mezzo alla follia collettiva che, nel 1916, si diffondeva per tutta Europa, mentre milioni di soldati morivano nelle trincee, inaugurando il sanguinoso Novecento; in mezzo a tutto questo, un variopinto gruppo di rifugiati politici, obiettori, più o meno artisti, più o meno letterati e poeti, esiliati, si trovava a condividere un medesimo destino per le strade neutrali della Svizzera, per le strade di Zurigo.
In mezzo a loro, in quella fucina di idee e di nuove concezioni della vita e dell'arte, risaltava, con maggior evidenza degli altri, il rumeno Tristan Tzara. Il luogo, di cui era abituale frequentatore, si trovava al numero 1 della Spielgasse, proprio di fronte al domicilio di Lenin; il cabaret Voltaire, fondato da uno sconosciuto tedesco, Hugo Ball. E' lì che sorge "il dadaismo", tra bicchieri e partite a scacchi che impegnano Tzara, Arp e Schwitters contro Lenin.
Tzara, marionetta isterica che fa la parodia di sé stesso, spacciando potenti dosi di assurdo, negando tutto, perfino il proprio dadaismo; ma è lui che ci ha consegnato quel concetto di "avanguardia" di cui ancora oggi, in qualche modo, facciamo uso. Ubriachi della vertigine che deriva dalla convinzione di star creando qualcosa di assolutamente nuovo, qualcosa in grado di rompere in modo radicale con tutto il bagaglio culturale accumulato fino a quel momento, i dadaisti si immersero in nuove forme di sperimentazione artistica, nel mentre che a non troppi chilometri da loro altri giovani sperimentavano altro, sperimentavano tutto il repertorio bellico che avrebbe caratterizzato il ventesimo secolo: gas, carri armati, bombardamenti aerei ...
Dinamismo, agilità, irriverenza, provocazione e irrazionalità; tutta una dichiarazione di princìpi anticonvenzionali e antiborghesi che si burlavano di quella grande orgia di morte e di follia che insanguinava tutto il vecchio continente. Il primo fuoco di un sorta di punk del secolo scorso, un lacerante "ismo" che poi farà da terreno fertile per quelle nuove sottoculture, da cui nasceranno nuove rivoluzioni.

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