Tutto comincia da gente piccina picció, che non conta nulla! Come, per esempio, in Russia, a San Pietroburgo, i "Trogloditi": così era stato battezzato un piccolo gruppo di giovani rivoluzionari della capitale che si distingueva solo per il fatto che nessuno estraneo sapeva dove abitassero, e sotto che nome vivessero. Era stato a partire da questo che si cominciò a dire che vivessero in ... «segrete caverne». Come ci racconta, in un prezioso libro, "Il populismo russo", Franco Venturi.
«Nel 1878, Vera Zasulic, giovane studentessa di San Pietroburgo, futura menscevica, uccide il generale Trepov, governatore della città. Viene processata e assolta da una giuria popolare - benché colpevole, colta sul fatto e rea confessa - a dimostrazione che l'intera società civile è dalla parte del terrore: ne subisce il fascino, oppure lo teme, ed è quasi esattamente la stessa cosa.».
Da allora in poi, ogni partito rivoluzionario russo, avrà una sua organizzazione di combattimento, modellata sull'esempio della Narodnaja Volja, da opporre all'analoga organizzazione zarista, l'Okhrana, la polizia politica, che infiltrerà i gruppi rivoluzionari e a sua volta ne verrà infiltrata, in modo che così imiterà i sistemi dei rivoluzionari ed essa stessa ne sarà imitata, in una vertigine di doppi e tripli giochi. Tuttavia, in futuro, nessun gruppuscolo rivoluzionario godrà più dello stesso statuto di rock star di cui godono i guerriglieri di Narodnaja Volja, seguaci di Karl Marx, ma tuttavia emuli di Bakunin e Necaev, e allo stesso tempo lettori devoti sia del Capitale sia del Catechismo del Rivoluzionario.
#nicciana
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