«Nietzsche non porta grande fortuna ai letterati che se ne incapricciano. Sedotti dal filosofo dionisiaco, dalle sue metafore sempre un po'appiccicose, dal suo orecchio per gli effetti sonori, e pertanto riconoscendo in lui un proprio simile, un militante politico, un rivoluzionario, e se non quello almeno un letterato come loro, gli scrittori che alzano il vessillo dell'eterno ritorno, del Dio che é morto e dell'Übermensch finiscono per scontarla logorandosi in fretta.
Troppo concentrati su sé stessi, sulla propria eccezionalità e per così dire sul proprio profilo migliore, esprimono una sorta di romanticismo al calor bianco. Sono superguerrieri, superamanti, superavventurieri, superleader dei popoli. Inevitabilmente finiscono per rendersi prima uggiosi, poi insignificanti. Sono imitazioni non sempre malriuscite, ma imitazioni, e talvolta caricature».
- Diego Gabutti - da "Superuomo, ammosciati", Rubbettino, 2020 -
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