giovedì 21 maggio 2020

Contro-Decreti


Il testo che segue, di Raoul Vaneigem, è stato pensato come un'aggiunta all'ultimo minuto alla pubblicazione, da parte delle edizioni Grevis, del libro "Textes et entretiens sur l’insurrection de la vie quotidienne" ["Testi e interviste sull'Insurrezione della vita quotidiana"]. Ma le esigenze di stampa hanno impedito tale aggiunta, per cui Vaneigem si affida alla rete affinché « sia diffuso, per ogni scopo utile o inutile». Ecco fatto! (f.s.)

Decretiamo l'autodifesa sanitaria
- di Raoul Vaneigem -

La minaccia che il coronavirus rappresenta per la salute delle popolazioni del mondo intero, ha dimostrato che il vero pericolo proviene da quello che è un degrado del servizio sanitario. Non c'è alcun dubbio che gli imperativi del profitto, dominanti dappertutto, continueranno ad accelerare tale degrado. Gestire gli ospedali come se fossero delle imprese redditizie, implica che il personale venga sottopagato e sia super-sfruttato, riducendo il numero dei posti letto e le risorse tecniche. Le grandi case farmaceutiche paralizzano la vera ricerca, screditando quegli scienziati che da esse vengono stipendiati, vietando quei farmaci a basso costo che si sono dimostrati efficaci, per poter vendere dei vaccini di dubbia efficacia, la cui unica garanzia è quella di garantire gli interessi finanziari che produrranno.
Va da sé che gli Stati non esiteranno a ripetere la storia della limitazione delle libertà, che per loro ha avuto così tanto successo. Pur consentendo di espandersi a quei virus che si espandono a partire dallo scioglimento de permafrost, utilizzeranno senza alcuno scrupolo il medesimo pretesto epidemico per confinare preventivamente tutti coloro che si ribellano alla loro politica criminale. Ora, bisogna contrastare questa manovra. Ne va delle nostre vite e di quelle dei nostri figli: decretiamo l'autodifesa sanitaria. Nelle strade, nelle città, nelle campagne, indossiamo i camici bianchi del personale ospedaliero. Siamo tutti operatori sanitari, promuoviamo tutti la salute!
La morbosità patologica dello Stato e delle istituzioni sovra-nazionali è permanente. Contro un simile virus, imponiamo, con la fermezza e l'intransigenza delle nostre lotte, il diritto inviolabile alla vita.
Gilet gialli, neri, rossi, multicolore sono solo gli abiti che vengono indossati da una rivoluzione preoccupata per l'avvenire dell'umanità. Il camice bianco è, più che un simbolo, un mestiere. Se invaderà le strade, come si comporterà alla fine lo Stato di polizia?
Tocca ai popoli, le vittime principali delle misure coercitive e delle malversazioni di bilancio, creare delle condizioni che siano in grado di assicurare a tutti e a tutte la garanzia che venga sradicata quella malattia di cui il capitalismo è il virus più implacabile. Disobbedienza civile, resistenza all'oppressione, solidarietà festosa, ci sono migliori garanzie per la salute?
Siamo tutti operatori sanitari. La lotta è dappertutto, ovunque il potere delle Comuni proibisca i pesticidi e l'inquinamento, ovunque reinventa la scuola, i traporti, le strutture ospedaliere, l'esistenza quotidiana. C'è un famoso adagio medico assai ben noto, quello che dice che la maggior parte dei mali guarisce da sé solo, se solo gli viene dato abbastanza tempo. Quel tempo, siamo noi.

- Raoul Vaneigem - 17 maggio 2020 -

Fonte: A Contretemps

Nessun commento: