sabato 2 febbraio 2013

pretaglia

peret

"A partire dal 10 maggio 1931, a Madrid, Cordova, Siviglia, Bilbao, Alicante,  Malaga, Granada, Valencia, Algesiras, San Roque, La Linea, Cadice, Arcos de la Frontera, Huelva, Badajos, ]eres, Almeria, Murcia, Gijon, Teruel, Santander, La Coruña, Santa Fé, ecc., la folla ha incendiato le chiese, i conventi, le università religiose, ha distrutto le statue, i quadri che questi edifici contenevano, ha devastato gli uffici dei giornali cattolici, cacciato tra le grida i preti, i frati, le monache che in fretta e furia passano le frontiere. Cinquecento edifici distrutti finora  non chiuderanno questo bilancio di fuoco. Opponendo a tutti i roghi eretti nel passato dal clero spagnolo il grande chiarore materialista delle chiese incendiare, le masse sapranno trovare nei tesori di quelle chiese l’oro necessario per armarsi, per lottare e trasformare la Rivoluzione borghese in Rivoluzione proletaria. Per il restauro di Nostra Signora del Pilar a Saragozza, ad esempio, la sottoscrizione pubblica di venticinque milioni di pesetas è già coperta per metà: si esiga questo denaro per i bisogni rivoluzionari e si abbatta il tempio del Pilar dove da secoli una vergine serve a sfruttare milioni di uomini! Una chiesa in piedi, un prete che può officiare, sono altrettanti pericoli per la Rivoluzione.
Distruggere con ogni mezzo la religione, cancellare fin le vestigia di quei monumenti di tenebre dove si sono prosternati gli uomini, annientare i simboli che un pretesto artistico cercherebbe invano di salvare dal grande furore popolare, disperdere la pretaglia e  perseguitarla nei suoi ultimi rifugi, ecco ciò che, nella loro comprensione diretta dei compiti rivoluzionari, hanno intrapreso di loto iniziativa le folle di Madrid, Siviglia, Alicante, ecc. Tutto ciò che non sia violenza quando si tratta di religione, dello spaventapasseri che è Dio, dei parassiti della preghiera, dei professori della rassegnazione, è paragonabile al patteggiamento con quel verminaio del cristianesimo che deve essere sterminato."

Benjamin Peret