Una foto di Robert Capa, che raffigura una ragazza a Barcellona nel 1939, illustra la copertina di "Adiós, Španelsko" (Addio, Spagna), di Lenka Reinerová; pubblicato postumo, affronta il tema dei cecoslovacchi che combatterono nelle Brigate Internazionali durante la Guerra civile spagnola. Il libro, è breve. Poco più di 50 pagine in cui vengono trasformate in parole tutte le motivazioni, le idee e le ansie di quei praghesi che decisero, nel difficile scenario del 1936, di partire volontari per combattere in Spagna. Španeláci, vennero chiamati quei praghesi. Lenka Reinerová è morta nel 2008, all'età di 92 anni. Non mise mai piede in Spagna, eppure la guerra civile e la Spagna costituiscono una parte fondamentale della sua biografia, al punto che il racconto svolto nel libro può essere considerato quasi autobiografico; come spiega Viera Glosíková.
"Si interessò a quello che era accaduto in Spagna, ascoltando il marito. Inoltre, nel 1936, era fidanzata con un giovane avvocato che andò a combattere in Spagna, e lì cadde. Inoltre c'era tutta una sua cerchia di amici, giovani praghesi che erano andati in Spagna ed erano morti lì. Sono state queste, le fonti. Così, nonostante sia un storia di finzione, è basata su informazioni autentiche." Inoltre, e soprattutto, la Guerra civile spagnola aveva per lei un'importante dimensione sentimentale.
"Lenka sapeva che era il suo ultimo testo. Sapeva di essere malata e di essere in età avanzata. Ho come l'impressione che in questo suo ultimo scritto abbia voluto ricordare, forse solo per sé stessa, i suoi amori. I tre uomini della sua vita. Il suo fidanzato, che mori in Spagna, il marito Theodor, ed un terzo, di cui non ha voluto rivelare chi fosse. Forse il lettore lo indovinerà."
L'edizione ceca ha tre parti distinte, diventando così, da racconto, testimonianza. Per questo, sono state integrate una selezione di brani, frammenti estratti dai diari del marito, il medico jugoslavo Theodor Balk che aveva servito come volontario, in Spagna, e lì aveva tenuto un diario.
Nelle Brigate internazionali combatterono 2.000 cecoslovacchi. Quando tornarono, quelli che tornarono, si ritrovarono nel mirino degli stalinisti, i quali temevano l'influenza "contaminante" che avevano potuto portare dall'estero, a contatto con uomini di tutti i paesi; si riferivano in particolare alla Jugoslavia, una spina nel fianco di Stalin. Molti vennero epurati, con i processi e le purghe degli anni '50, alcuni vennero condannati a morte.
fonte: http://www.radio.cz
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