martedì 19 febbraio 2013

il teatro si illumina di rosso

Lorca
Si è sempre cercato di far credere che la morte di Federico Garcia Lorca sia stata dovuta, più che a motivazioni politiche, a rancori personali, soprattutto a causa della sua opera "La casa di Bernarda Alba". Come dire che Lorca non è stato vittima del fascismo, ma di una rissa provinciale!
Si è sempre, da più parti, continuato a ripetere che Lorca era praticamente apolitico, e che quindi per lui non c'era alcun problema nell'andare a Granada, dal momento che non correva alcun pericolo, proprio grazie alla sua apoliticità, e che quando scoppiò la guerra civile, fu "Bernarda Alba" - che rappresentava una sua zia o una sua vicina - a fomentare i ribelli, ingannandoli, affinché lo uccidessero.
Riguardo al fatto che Lorca non avesse paura a recarsi a Granada, questa è una palese stupidaggine. Rafael López Estrada - il quale era insieme al poeta, a bere cognac, il giorno prima della sua partenza - racconta che prima di partire gli diede il manoscritto della sua opera "El pubblico" dicendogli che, se fosse tornato, l'avrebbe ripresa, ma che se gli succedeva qualcosa a Granada, doveva distruggerla. Nella caffetteria, Lorca previde quello che stava per succedergli: "questa terra di Spagna sta andando a riempirsi di morti". Sapeva perfettamente che uno di quei morti sarebbe stato lui.
La sua "Comedia sin titulo" descrive magnificamente la guerra civile e perfino il successivo dopoguerra. E considerato che riesce a descrivere così bene un dato periodo senza averlo vissuto, si può solo pensare che si riferisse ad un periodo precedente che conosceva molto bene: quello della guerra civile di una settimana che aveva avuto luogo durante la Rivoluzione Asturiana del 1934. Lì, il sanguinario esercito nazionale aveva già fatto quello che poi, in grande, ripeterà a partire dal 1936.
In quest'opera, Lorca arriva sul palco e dice, ad un pubblico borghese, che sta per raccontare la verità perché è stanco del teatro della menzogna. Intanto, fuori dal teatro, sta avvenendo sia una rivoluzione che un sollevamento fascista. Il pubblico si arrabbia; Lorca dice loro che nel corso del secondo atto potranno lasciare il teatro ed andare in un posto dove potranno vedere molti bambini morti. Il secondo atto, Lorca, non fece a tempo a scriverlo.
Rivolgendosi ad un pubblico borghese, Lorca proclama di stare inaugurando una nuova forma di far teatro, dove l'importante è dire la verità, sebbene sappia che tale verità non piaccia affatto a chi va spesso a teatro:
"Venite a teatro mossi dall'unico scopo di divertirvi e per vedere solo opere degli autori che pagate, ed è giusto così. Però, oggi il poeta vi ha teso una trappola perché vuole arrivare a commuovere i vostri cuori con le cose che non volete vedere, e gridando quelle verità così semplici che non volete sentire".
Le verità di Lorca sono reali, sono reali quanto "la lussuria, le monete che avete nelle tasche, o il cancro latente dentro il bel seno della donna che vi sta accanto". Lorca affronta il pubblico borghese, cui non piace venire a conoscenza della verità: "Tutto quello che fate è trovare il modo per non interessarvi di niente. Quando soffia il vento, affinché non si capisca quello che sussurra, si suona la pianola; per non vedere scorrere il furioso torrente di lacrime, mettete le tende di pizzo alle finestre; per riuscire a dormire tranquilli e far tacere il perenne grillo parlante della coscienza, avete inventato le casse per la beneficenza". Uno spettatore si alza, e dice che lui ha pagato e perciò, a teatro, vuol vedere quello che vuole. Lorca risponde che in realtà la sua è paura del popolo, e lo invita ad andarsene:
"Vattene, a casa tua c'è la menzogna che ti aspetta. c'è la tazza di tè, la radio, e una donna che quando fa l'amore con te pensa al giovane calciatore che abita nel piccolo albergo di fronte".
Per rendere evidente la verità, Lorca sputa sul pubblico quello che hanno scritto tutti i giornali nazionali, parlando di come una donna e i suoi bambini siano morti di freddo in una piazza madrilena. Dice: "Dentro una piccola stanza, una donna è morta di fame. I suoi due bambini, affamati, giocavano con le mani della morta, teneramente. Quando fece notte, i bambini scoprirono i seni della morta e vi si addormentarono sopra, nutrendosene."
Poi li rende edotti circa quello che ha innescato la rivoluzione e la reazione fascista. La signora borghese teme per i suoi, di figli.
"Oh! I miei figli! Sono sicura che assalteranno la casa, e sono da soli con la governante e la servitù! Verranno uccisi!"
La donna ricca pensa che gli operai uccideranno i suoi figli (e si sa che per la brava gente, solo gli operai ammazzano durante la Repubblica e la guerra civile). Una voce risponde che "Gli operai non hanno mai fatto, e mai faranno, una cosa del genere". Lorca difende così gli operai dalle critiche che verranno loro fatte durante la guerra civile, e indica che saranno gli aeroplani nazisti in Spagna, il pericolo autentico, ed esclama: "Ho visto arrivare quattro areoplani". E aggiunge:"Gli areoplani hanno cominciato a bombardare".
Considerando che i primi bombardamenti della storia sono avvenuti durante la guerra civile spagnola, e che quando Lorca scrive la guerra civile non è ancora scoppiata, la sua visione del futuro è tanto più lucida e prodigiosa.
Poi, la donna, come tante “Señoras” della guerra civile e del dopoguerra, dice che i rivoluzionari ammazzano i bambini e strappano loro gli occhi, arrivano ad ucciderne 300 al giorno! Lorca si infuria davanti alle future calunnie dei franchisti e urla" Chi te lo ha raccontato? Quale infame ha marchiato la sua propria lingua con un tale incubo? Rispondi!"
Lo spettatore borghese ammonisce Lorca e gli chiede di comportarsi come un gentiluomo. Il poeta ribatte:"Non sono un gentiluomo, né desidero esserlo".
La signora si rammarica del fatto che possa morire suo figlio, che sa l'inglese! "E' biondo e tutte le mattine entra nella mia stanza e mi canta una canzone in inglese, per svegliarmi".
Lorca è anche a conoscenza del fatto che, oltre gli aerei, i fascisti useranno anche Dio. Uno spettatore dice: "Dio è con me! Faccio parte dell'esercito di Dio e conto sul suo aiuto. Quando morrò lo vedrò nella sua gloria e mi amerà. Il mio Dio non perdona. E' il Dio degli eserciti, cui si deve rendere onore perché non esiste altra verità".
E Lorca sa cosa faranno i futuri franchisti con gli operai. Un operaio entra sulla scena, vestito con la tuta da operaio e col pugno alzato. Grida, Compagni! E un borghese si alza, gli spara e lo uccide. Quando le donne chiamano assassino, il filofalangista, questi ordina: "Che gli uscieri facciano uscire questa gente che impedisce la rappresentazione!" Come dire, levare di mezzo i testimoni per poter ammazzare tranquillamente gli operai.
Conoscendo lo spirito femminista della Repubblica (in Catalogna, durante la guerra civile venne abolita la prostituzione), Lorca sa cosa accadrà nel dopoguerra alle donne operaie. Il filofalangista si lamenta del fatto che le donne costano molto, ma è sicuro che quando avranno vinto la futura guerra, i prezzi si abbasseranno.: "Costosissime, però credo che verrà il giorno, e credo che sia vicino, in cui torneranno a buon mercato come prima. Come ai tempi dei miei antenati".
Un giovane dice allo spettatore che sicuramente ucciderà molta gente durante la guerra, visto che ha dimostrato di essere un buon tiratore, e gli anni in cui torneranno a governare i fascisti saranno come prima:"Tempi felici! Ad ogni modo mi congratulo perché vedo che lei è un ottimo tiratore".
Lorca sa chi saranno i protagonisti della futura guerra civile: i tedeschi e l'esercito africanista di Franco, e lo fa dire allo spettatore filofalangista: "Ho avuto come maestro un tenente tedesco che aveva fatto tutte le guerre in Africa. Il suo solo bersaglio era l'uomo. Sparare ad un uccello lo riempiva di irritazione".
Quando arriva il macchinista a dire che il popolo ha abbattuto le porte e che è scoppiata la rivoluzione, Lorca si mette dalla parte del popolo combattente ed esclama: "Il teatro si illumina di rosso".
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fonte: http://www.kaosenlared.net

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