mercoledì 6 febbraio 2013

preoccupazioni

GeorgesBataille

Una critica dell'economia capitalista, a partire dalla critica della categoria del lavoro, la si trova in Georges Bataille - di cui si sa che era molto attento e seguiva gli "avvenimenti spagnoli" - che, durante una conferenza, tenuta nel 1938, così si esprime:

"Per il fatto stesso che i lavoratori smettono di riconoscere la loro subordinazione ad una realtà esterna al loro lavoro, essi hanno fatto del lavoratore stesso il fine dell'attività umana; e non solo del lavoratore, ma del lavoro. In altre parole, confondono la funzione con l'esistenza. Fanno entrare la vita umana nel reame dell'economia, vale a dire nel reame della servitù. (...) Smettendo di appartenere ad un mondo fantastico e tragico, ad un mondo di destino umano, il lavoratore libero si vota al suo proprio lavoro: ha cominciato a confondere la sua esistenza con la sua funzione, ha cominciato a prendere la sua funzione per la sua esistenza. E' sfuggito al movimento di insieme per lasciarsi assorbire in un movimento funzionale ipertrofico, un semplice e vuoto automatismo che si è sostituito alla pienezza della vita. (...) L'assorbimento nell'attività funzionale ha assunto sempre più il valore di una droga, di un anestetico. Il lavoro contiene, in una certa misura, la possibilità di privare l'esistenza umana della preoccupazione per il destino, della preoccupazione per la morte, della preoccupazione della tragedia. (...) Gli elementi tragici della vita non sono spariti. Hanno solo cessato di essere vissuti in comune."

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