martedì 2 ottobre 2012

l’amico americano

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Claude Bowers arriva a Madrid nel 1933. E' stato giornalista, scrittore e politico. Adesso è un ambasciatore. In Spagna, lo manda Roosvelt, che ha già avuto modo di apprezzare gli scritti in cui Bowers attaccava, negli anni '20, la casta conservatrice ed aristocratica. Bowers arriva in Spagna a sostituire Irving Laughlin, il suo predecessore ossessionato dall'idea che la Repubblica Spagnola sia la maschera di una rivoluzione comunista; parola, quest'ultima, che faceva tremare il suo presidente, Herbert Hoover.
Diversamente, l'analisi di Bowers è realistica e quasi chiaroveggente: a partire dal clima di instabilità, venutosi a creare nel novembre del 1933, con la vittoria elettorale della destra, arriva a predire lo scoppio della guerra civile, fino a disegnare una mappa bellica:
"Si prepara il terreno per una dittatura, che si instaurerebbe pe rmezzo di un colpo di stato. Se il golpe sarà di destra, verrà appoggiato a Santander, in Castiglia e in Navarra. Se sarà di sinistra, trionferà a Barcellona, in Andalusia ed in Estremadura, e nelle grandi città e nei distretti industriali" - scriverà in un cablogramma.
Bowers, l'uomo di Roosvelt in Spagna, si innamorò della Repubblica. Lo avrebbe raccontato, vent'anni dopo, nel suo libro di memorie "Missione in Spagna", in cui descriverà Azaña come un grande intellettuale e non perderà mai l'occasione di esprimere la sua simpatia a personaggi come Martinez Barrio e Negrin. Da qui la sua critica alla politica di neutralità sostenuta dagli stati democratici europei, durante il conflitto, cui aderirà anche il paese di cui era rappresentante.
Bowers aveva compreso come gli eventi spagnoli preludevano ad un ascesa del fascismo a livello internazionale, ma su Roosvelt finì per pesare, assai di più, la situazione interna degli Stati Uniti. L'embargo "morale" del 1936 venne deciso in maniera molto complessa: nel bel mezzo della campagna elettorale in cui Roosvelt doveva salvare il "New Deal" dagli attacchi della destra, la quale aveva già ottenuto che il Tribunale Supremo dichiarasse anticostituzionali le sue principali misure. La legge di neutralità del 1937, che comprendeva le guerre civili - sebbene Bowers non aveva mai considerato il conflitto spagnolo come se fosse solamente una guerra civile - chiuse tutte le porte. E anche se, al momento della battaglia dell'Ebro, Roosvelt avesse preso le distanze dalla politica britannica di pacificazione, era politicamente troppo debole per poter cambiare la sua posizione riguardo la Spagna.
Ancora nel febbraio del 1939, con la Gran Bretagna e la Francia che riconoscevano il governo di Franco, Roosvelt considerava essere un grave errore la politica seguita in Spagna.
Poi, alla fine, il 1° di aprile, la legittimità del regime franchista veniva riconosciuta anche dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Ma non da Bowers, che diede le sue dimissioni.

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Tutto questo, e altro, è ora in un libro, scritto da Aurora Bosch, "Miedo a la democracia", un saggio sulla politica degli Stati Uniti nei confronti della Seconda Repubblica e alla guerra civile spagnola. Il libro è anche un'analisi dettagliata dell'atteggiamento dell'America, in quegli anni, rispetto agli accadimenti spagnoli per tutto il corso degli anni '30. La preoccupazione per l'espansione del marxismo, la confusione fra anarcosindacalismo e comunismo e gli eccessi anticlericali, con l'incendio degli edifici religiosi, furono tutti elementi che misero in una preoccupata posizione di attesa il governo del presidente Hoover, alleviata solo dalla decisione da parte della giovane repubblica di non riconoscere, per il momento, l'Unione Sovietica. Poi, all'inizio del 1933, il governo del Presidente Roosvelt, in un momento di grande tensione internazionale, con l'ascesa del nazismo, in Europa, e la crescente aggressività giapponese, nel Pacifico. Ma, in Spagna, nonostante Bowers, la politica degli Stati Uniti rimane reticente. La rivolta del 1934, contribuisce a questo, come contribuisce la formazione del Fronte Popolare, visto come una manovra auspicata da Mosca. Quando arriva la sollevazione militare del 18 luglio 1936, l'amministrazione Roosvelt, in sintonia con Francia e Gran Bretagna, si dichiarerà neutrale.
Nel libro, il ruolo della stampa americana occupa una parte importante. Si va da quella cattolica, e dalla catena di Randolph Hearst, che non smise di propagandare le atrocità repubblicane, a quella che descriveva la ferocia di entrambe le parti, in una guerra implacabile. Così, il "Chicago Tribune" diffuse la notizia del massacro di Badajoz, fatto da i franchisti, mentre il "New York Times" calcò la mano su quello di Paracuellos, fatto dai comunisti. Tutta la stampa, unanimamente, diede grande ripercussione alla partecipazione dei brigatisti americani alla battaglia di Jarama.
Anche quando venne reso pubblico l'intervento nazista nel bombardamento di Guernica, non venne variata la versione americana di quella che era la posizione inglese di "tenere buono Hitler". L'embargo verso la Repubblica, venne mantenuto. Il voto cattolico era troppo importante per il Partito Democratico. Nonostante Claude Bowers.

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