martedì 29 novembre 2011

alter-ati

IPADAN-1

Di chi è la colpa? Qual è l'origine della crisi? A sentir loro, tutta la responsabilità sarebbe del malvagio capitale finanziario, causa dei licenziamenti, il quale sta per far crepare il tanto gentile capitale produttivo (ultimamente reso con l'espressione più dolce di "economia reale", un termine molto in voga negli ultimi quattro anni), quello che dà lavoro! Ce lo stanno ripetendo tutti, non importa se siano sindacalisti o altermondialisti. Piangono e strillano contro il "capitalismo da casinò", contro "l economia finanziaria, "contro le borse (Wall Street, il male assoluto), contro gli speculatori cattivi, le odiose mega-banche, le agenzie di rating di merda, ecc. E con una sola voce, proclamano che: "Questa crisi non è la nostra! Noi non la paghiamo!" Dicono che dobbiamo essere noi (il famoso 99%) a sbarazzarci della cattivissima "oligarchia finanziaria" che ha infiltrato il sistema politico e che, in agguato nell'ombra, tira i fili per suo conto. La sua politica sarebbe una "Shock Economy", un'offensiva del capitale che in realtà sarebbe in perfetta salute, perché - in verità -  queste grandi bugiardi hanno un tesoro nascosto da qualche parte che dovrebbe essere espropriato e ridistribuito a tutti i poveri.
E che ci vuole! - dicono - Una bella patrimoniale contro i ricchi che hanno le tasche piene di soldi, rinvigoriamo gli Stati con delle politiche keynesiane di stimolo per spingere la gente a consumare, e la vita capitalista "normale" tornerà indietro, agli anni quaranta. I nostri stipendi aumenteranno, si potrà consumare, saremo di nuovo sulla trincea del lavoro e della competitività, ecc.
Così racconta questa leggenda metropolitana. Dice che la crescita economica ripartirà come non mai, che la formibabile macchina capitalista, finalmente ripulita dai suoi parassiti inutili, funzionerà per il bene di tutti (e non per pochi). Ognuno potrà finalmente avere un piccolo lavoro da formica e da ingranaggio, e tutti ancora una volta potranno tornare alla loro vita di lavoratori onesti, in una società che è strutturata per il lavoro e per il denaro .
Questo, un profilo sommario di questo alter-capitalismo che circola come discorso dominante - l'ideologia - nei media, nell'opinione pubblica della sinistra e della sinistra della sinistra: un capitalismo dal volto umano!
Niente di nuovo, a sinistra. E' lo stesso alter-capitalismo nostalgico dei tempi della "piena occupazione". Storicamente, lo stesso alter-capitalismo sostenuto a partire dalla fine del diciannovesimo secolo, dopo la sconfitta della Comune, dal movimento operaio con quell'insieme di lotte di classe che hanno portato ai "socialismi reali" su tutto il pianeta, nel ventesimo secolo. Come dire, veniamo chiamati, ancora una volta, a ridistribuire le forme del capitalismo sociale (denaro, merce, valore) senza mai doverlo mettere in discussione. 
Ma non ci sarà mai un altro capitalismo (pensarlo è già un dispositivo che avviene dopo il crollo). Non ci sarà nessuna uscita dalla crisi. E il fallimento non avverrà per colpa della "finanza", ma per una crisi generale della civiltà in tutti i suoi aspetti, economici, sociali, soggettivi, politici, energia, ambiente, ecc.
Il conto è arrivato e la società borghese si trova davanti ad un bel dilemma. Socialismo o barbarie!

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