Oggi, si parla del movimento sociale degli "Ebrei di sinistra", di internazionalismo e di nazionalismo, di antisemitismo e di lotta contro l'antisemitismo, così come della strumentalizzazione della lotta contro l'antisemitismo.
« La categoria che fa riferimento agli "ebrei di sinistra", reca in sé un'ambivalenza; come se gli ebrei di sinistra si dovessero scusare di essere ebrei, e pertanto, per apparire pubblicamente, dovessero aggiungere la qualifica "di sinistra".
Mentre invece gli ebrei di destra, loro, non si scusano affatto, non dicono "io sono un ebreo di destra". Pertanto, la categoria degli "Ebrei di sinistra", somiglia così a un discorso rivolto alla sinistra, per poter dire loro che noi "siamo con voi, siamo con la sinistra; facciamo parte di una umanità comune; perfino noi ci sentiamo responsabili di tutto ciò che sta accadendo laggiù". [...]
Essere ebrei diventa così una condizione difficile da vivere nella società, soprattutto a sinistra, laddove sembra che, per rimanere ebrei, ci si debba giustificare.
In tal modo, gli ebrei di sinistra non sono di per sé ebrei, ma sono ebrei per gli altri. Questa difficile condizione, è dovuta alla visione che la società in generale ha degli ebrei, e che in particolare ha a sinistra, a partire dal 7 ottobre. Definirsi un ebreo di sinistra, o incarnare l'ebreo di sinistra, è pertanto una strategia che dev'essere adattata a questo punto di vista.
Ma allo stesso tempo, "ebrei di sinistra" costituisce anche un'identità politica concreta, positiva e volutamente mobilitata; dal momento che riteniamo che debba essere da sinistra che si può condurre una lotta efficace contro l'antisemitismo.
La lotta contro l'antisemitismo, a nostro avviso, deve prevedere tre livelli di intervento: dove il primo livello è la formazione, è riconoscere e allenarsi a confrontarsi quotidianamente con l'antisemitismo. A un secondo livello, la lotta contro l'antisemitismo richiede la riscrittura di quelle grandi narrazioni che rendano possibile placare la situazione, in particolare tra ebrei e musulmani. La riscrittura delle grandi narrazioni non solo rimetterebbe al centro la critica materialista, ma impedirebbe ogni appiglio a quelle analisi complottiste che attraggono così tanto la critica sociale. Infine, l'ultimo livello di intervento, esplorato dai pensatori della Scuola di Francoforte e dai loro eredi, affronta l'antisemitismo in quanto ideologia della crisi. Un modo radicale per combattere l'antisemitismo sarebbe quello di costruire una società basata su qualcosa di diverso dai cicli di crisi. Si tratta di pensare a modelli teorici e trovare il modo di testarli. »
- da "L'antisemitismo è un pericolo per gli ebrei e per l'intero movimento sociale". Intervista a Jonas Pardo e Samuel Delor -
- fonti: https://www.dai-la-revue.fr/ - e: https://www.editionsducommun.org/products/petit-manuel-de-lutte-contre-lantisemitisme -
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