« È divertente notare quanto Borges e Gombrowicz si assomiglino nella loro comune celebrazione della grandezza del provincialismo che costringe a costruirsi un proprio universo e una propria lingua. Così Borges ride di sé stesso quando si esprime a proposito di "Trans-Atlantico", un testo per il quale ha scelto un registro linguistico quasi intraducibile, insieme a una tematica che attacca direttamente i valori nazionali di quelli che potrebbero essere alcuni dei suoi rari potenziali lettori. Allorché definisce e classifica la produzione di grandi autori locali, chiamandola «letteratura nazionale», dimostra quanto poco interesse dedichi loro. È ovvio che abbia un rapporto quasi fraterno con Ernesto Sábato, così come una vera e propria ammirazione per Virgilio Piñera, scrittore cubano che tra il 1946 e il 1958, e a più riprese, scelse Buenos Aires come soggiorno, e che ben presto seppe percepire il valore dei testi dell'amico polacco. Tuttavia, in generale, non intrattiene dei rapporti reali con eventuali contraddittori o complici. Così è del tutto comprensibile che non cerchi la compagnia di un Roger Caillois, esiliato come lui a Buenos Aires durante la guerra e simbolo di quella cultura parigina così tanto apprezzata dalle élite locali, mentre invece, per contro, riconosce come fratelli di sangue Macedonio Fernández, Juan Carlos Onetti (il formidabile scrittore uruguaiano visse in Argentina dal 1945 al 1955) e, soprattutto, Roberto Arlt. Macedonio, come lo chiamano gli amici, è uno scrittore eccentrico che ha lasciato il segno in Borges. Poeta e romanziere, verrà apprezzato solo dopo la sua morte, in buona parte grazie al contributo del figlio Adolfo de Obieta, amico di Gombrowicz. Lo scrittore esiliato sembra aver colto lo spirito di Macedonio, e sa chi è. Ad esempio, dice l'eccentrico argentino: «La vita corrisponde al terrore di un sogno». Come il nostro polacco, Macedonio si impegna interamente in un'avventura estrema e senza compromessi. Entrambi sono presi dalla stessa febbre, spinti dalle stesse forze, ma non possono incrociarsi: avanzano, ciascuno, lungo un sentiero solitario, oscuro e ancora inesplorato»
(da: Philippe Ollé-Laprune, "Américas, um sonho de escritores", Estação Liberdade, 2022, p. 102-103)
fonte: Um túnel no fim da luz
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