martedì 1 settembre 2020

Imprenditori e muratori

La strategia enciclopedica di Michel Houellebecq - che è polimorfa e che si adatta a quello che è lo specifico progetto di ogni suo romanzo - non va vista come se fosse un semplice strumento per la preparazione del romanzo; vale a dire, non si tratta di un insieme neutro di attrezzi che rendono possibile il romanzo senza farne parte. Al contrario, la strategia enciclopedica costituisce il vero e proprio nucleo di ciascun romanzo, rendendoli così tutti possibili, e costituendo una sorta di meta-commento di quella che è la performance romanzesca. Visto in una simile prospettiva, il procedimento proviene da Flaubert - e Houellebecq riconfigura deliberatamente il procedimento flaubertiano, rinnovandolo e aggiornandolo in vista dell'aumento esponenziale della stupidità nella contemporaneità (o, quanto meno, di quelli che sono i suoi mezzi di distribuzione e di divulgazione). L'uso che Houellebecq fa di Wikipedia, per esempio, non è casuale: la posta in gioco non è la ricerca volta a realizzare un romanzo attraverso una strategia realistica - vale a dire, la documentazione vista non come garanzia di verosimiglianza, ma piuttosto come il fattore di proliferazione della stupidità. Allo stesso modo in cui Flaubert usa Cartagine in Salammbô, Houellebecq usa la clonazione in "La possibilità di un'isola"; come Flaubert usa la vita interiore in Madame Bovary, Houellebecq usa la vita aziendale ne "La carta e il territorio". La minuziosità della ricerca equivale alla meticolosità della stupidità (e la prima serve a far risaltare la seconda, anziché a nasconderla). E non è certo un caso che l'epigrafe a "Piattaforma" provenga da Balzac - di cui, in Illusioni Perdute, possiamo leggere quell'analisi che non perderà mai la sua attualità, il suo carattere polimorfico:
«Insomma, mio caro, in letteratura lavorare non è il segreto della fortuna, si tratta di sfruttare il lavoro altrui. I proprietari dei giornali sono degli imprenditori, noi siamo dei muratori.» (Balzac, Illusioni perdute, traduzione di Argia Micchettoni, Garzanti).


fonte:Um túnel no fim da luz

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