martedì 29 settembre 2020

L'Arci-Istituzione

Se la letteratura è un'istituzione (una «strana istituzione», come dice Jacques Derrida, dicendolo proprio perché essa si trova sempre continuamente a fare i conti con quella che è la propria dissoluzione], essa deve essere considerata come l'istituzione che rende possibili tutte le istituzioni: una arci-istituzione. Dal momento che se il limite del linguaggio è il limite del mondo - come ha scritto Wittgenstein nel Tractatus - il limite del linguaggio come istituzione segna il limite di quella che è la vera e propria costituzione potenziale delle istituzioni. Nel suo libro sulla rinuncia di Benedetto XVI, "Il mistero del male", Agamben scrive che il gesto della rinuncia servì a fare luce sul doppio corpo della Chiesa; una sorta di contraddizione costitutiva di quella che era l'istituzione stessa, la quale racchiude in sé, simultaneamente, due nature: una malefica e l'altra benefica, se non addirittura, il Cristo e l'Anticristo: «  Quest’uomo, che era a capo dell’istituzione che vanta il più antico e pregnante titolo di legittimità, ha revocato in questione col suo gesto il senso stesso di questo titolo. » Ed è proprio dalla massima legittimità dell'istituzione che deve provenire il gesto di rottura con la dinamica stabilita nella, e dalla, istituzione (in forma paradossale, evocando il gesto primario di Gesù, con il suo sacrificio: qualcosa a livello del dispendio assoluto, senza alcuna possibilità di ritorno, o di quella capitalizzazione di cui parla Georges Bataille). Nell'esposizione che ne fa Agamben (che legge storicamente il gesto di Benedetto XVI, e delle sue radici teologiche in Paolo [ Seconda Lettera ai Tessalonicesi ], in Agostino e Tikonio), la Chiesa funzionerebbe come una sorta di dispositivo che serve a ritardare quelli che sono i propri insegnamenti escatologici, dicendo una cosa e facendone un altra, attuando così una strategia perpetua di auto-cancellazione, che paradossalmente è anche la sua unica forma possibile di sopravvivenza terrena (in tale prospettiva - per tornare a Derrida - il suo discorso è ... autoimmune, un attacco protettivo contro sé stessa, o perfino farmacologico, in cui veleno e rimedio si trovano in costante sovrapposizione).

fonte: Um túnel no fim da luz

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