Rosencrantz e Guildenstern erano morti - due casi risolti, definiti - finché non sono ritornati nell'opera di Tom Stoppard, "Rosencrantz e Guildenstern sono morti". In un'opera come l’Amleto, che ha così tanto a che fare con la morte e con la sua sospensione - con gli stadi intermedi tra la vita e la morte - ha un senso il fatto che un'opera posteriore, parassitaria, parta anch'essa dallo stesso tema, includendolo ironicamente nel titolo. È proprio perché loro non sono morti che può accadere l'opera di Stoppard; ma è anche a partire dalla morte di entrambi - la morte annunciata, attesa, anticipata - è anche per questo che il procedimento di Stoppard funziona, ampliando tale aspettativa a partire da quel che già si conosce.
Nel suo saggio su "Il canone occidentale", Harold Bloom afferma che a partire da Shakespeare e da Cervantes si dipartono due linee divergenti della letteratura moderna: da un lato, il denso monologo del personaggio solitario, la consapevolezza piena che si auto-problematizza, come Amleto; dall'altro lato, il dialogo della coppia dei contrari, Sancio e Chisciotte, la narrativa che avviene nel contrasto delle posizioni e del linguaggio. Stoppard torna a Shakespeare, e con Rosencrantz e Guildenstern mette in scena la seconda linea all'interno della prima.
L'opera di Stoppard, del 1966, all'interno di questa strada specifica del doppio tragicomico, del doppio dialogico, riprende non solo Shakespeare ma anche il Godot di Beckett (Vladimir e Estragon) - del 1953 ma scritta nel 1948-1949. La struttura proviene fin da Cervantes, ma si trova anche in Bouvard e Pécuchet, di Flaubert, in Belano e Lima, i Detective Selvaggi di Roberto Bolaño, in Robinson Crusoe e Venerdì (che prosegue come doppio nel ruolo di Susan Barton, nel "Foe" di Coetzee). Contrariamente al doppio di Cervantes, tuttavia, il doppio di Stoppard (così come quello di Beckett, e come quello di Flaubert) si muove lungo i limiti dell'indistinto, e assai spesso nel corso dell'opera ci sono altri personaggi che vengono chiamati l’uno con il nome dell'altro, e viceversa.
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