giovedì 13 febbraio 2014

promesse di gioventù

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Nel 1960, un bel po' di giovani cubani che si erano opposti alla dittatura del generale Batista cominciarono ad arrivare in Messico. A partire dal 1956, il movimento dei fratelli Castro, il Movimento 26 Luglio, costituiva il più grande gruppo rivoluzionario cubano in Messico. Il dittatore Batista li aveva amnistiati dopo che erano stati arrestati in connessione con il fallito attacco alla caserma Moncada, e tra di loro c'erano i fratelli Castro che erano riusciti a stabilire una rete di contatti con una serie di persone disposte ad aiutarli. Una di queste persone era l'anarchico Octavio Alberola Surinach: "A quel tempo ero un membro del movimento studentesco messicano ed avevo legami con gruppi ed organizzazioni sindacali che potevano aiutarli ad organizzare azioni di propaganda in appoggio alla lotta contro la dittatura cubana". Bisogna ricordare che Alberola era un anarchico arrivato in Messico sulla "Ipanema", dalla Francia, insieme ad altri centinaia di rifugiati, fra cui il padre che era stato uno degli insegnanti delle scuole razionaliste che operarono in Spagna fino al 1939.
Il giovane Octavio era cresciuto ed era stato educato in Messico, la qual cosa lo aveva portato ad essere coinvolto con il movimento studentesco universitario. Insieme ad altri anarchici, aveva fondato la Gioventù Libertaria Messicana e, nel 1948, era stato arrestato per avere affisso manifesti anarchici per le strade della capitale. "Abbiamo passato un mese in una delle prigioni segrete del governo messicano insieme a Floreal Ocaña, Manuel González Salazar e Francisco Rosell. La polizia messicana sosteneva che stavamo organizzando un'azione terroristica. Non siamo mai comparsi davanti ad un giudice e ci tenevano in un edificio guardati a vista da poliziotti. Alla fine siamo stati tutti rilasciati dopo aver firmato un foglio in cui ci impegnavamo, per il futuro, a non intrometterci più nella politica messicana".
Dopo questo, Alberola stabilì dei contatti con i movimenti latino-americani in esilio che, dal Messico, facevano una campagna contro le dittature dei loro paesi. Oltre i cubani, c'erano venezuelani, dominicani e peruviani. Insieme, costituimmo un Fronte della Gioventù Latino Americana contro la Dittatura. "Avevamo un accordo: chi fosse riuscito a sconfiggere la dittatura nel proprio paese, avrebbe poi dato una mano a tutti gli altri. I venezuelani lo fecero, invece Castro non diede alcun aiuto agli antifranchisti."
Alberola parla del suo sostegno alla lotta cubana: "All'università in Messico e nelle sedi sindacali abbiamo messo in piedi diversi eventi pubblici di propaganda che aveva come obiettivo la dittatura cubana. Soprattutto insieme all'Unione degli Elettricisti. A Chapultepec presi parte ad un meeting insieme a Fidel Castro, così come partecipai ad alcune altre manifestazioni insieme alla sorella." Era comunque chiaro che obiettivo dei cubani, in questo sforzo collaborativo, era quello di stabilire una guerriglia a Cuba. Compito di Alberola fu quello di organizzare eventi di propaganda e di metterli in contatto con persone in grado di aiutarli. "Ricordo un giovane spagnolo, un allievo di mio padre, uno che era stato aviatore in Aragona e che si offrì volontario per trasportare armi sulle montagne cubane."
Alberola spiega perché lo faceva: "Ero contro la dittatura in Spagna. Loro erano perfettamente consapevoli di questo e sapevano che ero in grado di aiutarli nella loro lotta. I miei rapporti con loro avvenivano attraverso il Comandante De la Rosa. Il mio unico ricordo di Che Guevara attiene ad un argentino che sedeva in un angolo durante i meeting, ma allora non era ancora alla ribalta, come lo era invece Raul Castro." Venne dato aiuto anche ad un altro gruppo di cubani anti-Batista, in esilio in Messico, il Directorio Revolucionario Estudiantil: "Dopo il raid al palazzo del governo, a L'Avana nel 1957, membri di quel gruppo erano scappati in Messico ed avevano preso parte alla nostra lotta, sebbene ci fossero delle differenze con gruppo di Fidel. Si lamentavano delle sue ambizioni leaderistiche e paventavano il pericolo del 'caudillismo'".
Nel 1959, dopo che era stata sconfitta la dittatura cubana, gli anarchici chiesero ai castristi di aiutare gli antifranchisti: "In Francia, nel 1961, mi trovavo presso l'ambasciata cubana che mi aveva promesso un visto per farmi arrivare a Cuba in modo che potessi prendere accordi per avviare una cooperazione con i cubani per la nostra lotta; ma quel visto non arrivò mai ... Castro non interruppe le relazioni che Cuba aveva con Francisco Franco e Che Guevara poté andarsene in giro per la Spagna sotto la protezione della polizia franchista. Franco e Castro divennero amici."
D'altra parte, nel 1961, la CNT, la FAI e la FIJL (Federazione della Gioventù Libertaria) tennero un congresso nella città di Limoges, nel quale venne formato un gruppo, chiamato Defensa Interior, con lo scopo di assassinare Franco: "Nel 1962, avevo viaggiato fino in Francia e nei paesi baschi francesi, per organizzare un attentato alla vita di Franco. Il gruppo era riuscito a piazzare la bomba, ma, sfortunatamente, il dittatore aveva cambiato il programma della sua annuale visita estiva a San Sebastian. Alla fine dovemmo fare detonare l'esplosivo, perché la batteria aveva una durata di solo una settimana".
Nonostante i suoi 85 anni di età, oggi Alberola continua a tenere conferenze ed a partecipare ad iniziative anarchiche per il mondo, oltre a scrivere articoli e libri: "Non mi pento di niente. Quando c'è un popolo che combatte per la sua libertà, la peggior cosa che si possa fare è rimanersene a casa. Sebbene fossimo parte della comunità spagnola in esilio nelle Americhe, il nostro scopo era quello di lottare contro la dittatura di Franco, ragion per cui non c'era nulla di straordinario nel partecipare anche alle lotte del popolo messicano e di ogni altro popolo capace di autodeterminare le proprie opzioni politiche."

cuba alberola

fonti: Christie Books e Argia

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