Troppo spesso si dimentica che l'articolo 23 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo afferma che ogni essere umano ha il diritto ad un lavoro in condizioni eque e soddisfacenti.
In una società di disoccupazione di massa, il lavoro appare sempre più come una sofferenza, come il simbolo dell'esclusione.
Non pensate che accada per caso, o per destino, addirittura ...
E, non ci sono più delle ragioni economiche, oppure storiche, che possano giustificare il sacrificio dei più deboli, al fine di salvaguardare ... l'élite! Ci troviamo solamente in presenza di un sistema organizzato da delle persone che, evidentemente, non riescono a fare altrimenti, e che sono state completamente sopraffatte dagli eventi.
Per il resto, non c'è niente da cercare ... ecco quello che sta succedendo ... ed è adesso.
Il giovane diventa il nemico del vecchio, la donna dell'uomo, il contrattista a tempo determinato nemico dello stagista, il commerciante del tecnico, il laureato dell'autodidatta. Ci si suicida sempre più, ed è a cauda della pressione esercitata dal lavoro.
Lo stress diventa una delle patologie principali, con tutte le sue conseguenze che si ben conoscono: tabagismo, alcolismo, droghe, malattie cardiovascolari, cancro ...
Articolo 23 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
"Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
Ogni individuo ha diritto, senza discriminazione, ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
Ogni individuo ha diritto di fondare con gli altri dei sindacati e di aderire a dei sindacati per la difesa dei propri interessi."
Jean Pierre Delépine, su questo ha realizzato un film che uscirà il prossimo 12 Dicembre.
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