Me l'ha fatto tornare in mente un amico, in uno scambio di parole e di pezzi di noi stessi, quando mi ha scritto dell'attesa della calma, e di un suo, di amico, che si è comprato in blocco un centinaio di volumi, per leggerli più avanti. Quando ci sarà calma. "Time enough at last", in italiano "Tempo di leggere". E come non poteva non tornarmi in mente quell'episodio seminale, di una serie seminale come "The Twilighit Zone". Ai confini della realtà. Ci sarà abbastanza tempo, alla fine. E' quello che tutti sogniamo in cuor nostro, forse.
Anche Burgess Meredith, nei panni di Henry Danies, diretto da John Brahm, alla fine la trova la calma, e il tempo necessario.
Il mondo è stato spazzato via, tutto il mondo, compresa una moglie dispotica ed un capo oppressivo. Un mondo che sembrava congiurare per impedirgli di leggere, e proprio grazie ad un libro è riuscito a sopravvivere a quel mondo. Ora c'è calma, calma e tempo per poter leggere, e biblioteche. Libri, quanti libri! Libri da leggere, mese per mese, settimana per settimana, giorno per giorno. Cos'altro gli può servire? Cibo? Ce n'è a bizzeffe, di scatolame, nei supermercati vuoti e abbandonati. Ah, già! Ci vogliono gli occhiali, ché ad una certa età - ed Henry non è più un giovincello - si diventa presbiti e senza occhiali le parole si annebbiano, si confondono fino a diventare una massa indistinta, impossibile da decifrare. Eccoli, gli occhiali. Dove li ho messi? Ma cos'ho in tasca? Ah, vero, quella pistola che ho trovato, prima, mentre cercavo qualcosa da mangiare. A che serve la pistola? Qui non c'è nessuno da cui doversi difendere. Ma torniamo ai libri, e agli occhiali. Ah eccoli! NO! Mi sono caduti. Dove sono finiti? NO! Si sono rotti ... E dire che c'era tutto il tempo, e la calma, per Henry...
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