lunedì 24 novembre 2008



Il Pellegrino - Capitolo 33
di Kris Kristofferson

Lo trovi sfaccendato sul marciapiede nella sua giacca e i suoi jeans,
Indossa i guai passati come fossero un sorriso
Una volta ha avuto un futuro pieno di soldi, di amore, e sogni,
Che ha speso come se fossero andati via alla grande
Ed egli continua ad aspettare che le cose cambino in meglio o in peggio,
Alla ricerca di una fede che non ha mai trovato
Senza riuscire a decidere se credere sia una benedizione o una maledizione,
O se il gioco valga la candela

CORO:
E' un poeta, è un bracciante
E' un profeta, è uno spacciatore
E' un pellegrino e un predicatore, e un problema quando è drogato
E' una contraddizione che cammina, in parte verità e in parte finzione,
Prende ogni direzione sbagliata nel suo solitario viaggio di ritorno a casa.


Ha assaggiato il bene e il male nelle tue camere da letto e nei tuoi bar,
Ed ha scambiato tutti i suoi domani per questo oggi
Svappando dai suoi demoni, Signore, per raggiungere le stelle,
E lungo la sua strada ha perso tutti quelli che amava
Ma se questo mondo continua a girare sia per il meglio sia per il peggio,
E tutto ciò che ha ottenuto è invecchiato e alle spalle
Dalla culla fino al carro funebre,
Il gioco è valso la candela

CORO:
E' un poeta, è un bracciante
E' un profeta, è uno spacciatore
E' un pellegrino e un predicatore, e un problema quando è drogato
E' una contraddizione che cammina, in parte verità e in parte finzione,
Prende ogni direzione sbagliata nel suo solitario viaggio di ritorno a casa.
E ce ne sono un bel po', di direzioni sbagliate, in quel solitario
viaggio verso casa.



Kris Kristofferson ha scritto questa canzone per Johnny Cash, tempo fa.
Adesso, per Kowalski, è uscita la biografia di Steve Turner "Johnny Cash La vita, l'amore, la fede di una leggenda americana".
La prefazione è sempre di Kris Kristofferson:

" Johnny Cash è un vero eroe americano. Da inizi umili come quelli di Abraham Lincoln è diventato un amico e una fonte di ispirazione per detenuti e presidenti: rispettato e amato in tutto il mondo per il suo coraggio, l'integrità e l'amore sincero per il prossimo. Come Muhammad Ali, è stato più grande della professione che l'ha portato al successo, e il suo spirito trascendeva i confini della normale fama. Ma era meravigliosamente, adorabilmente umano. Mi hanno detto che quando Bob Dylan ha conosciuto John - credo fosse al Newport Folk Festival - gli ha girato intorno con la schiena curva e un sorriso di ammirazione pura. È una reazione comprensibile per chiunque l'abbia conosciuto. L'ho conosciuto nel giugno 1965, dietro le quinte del Ryman Auditorium. Ero ancora in uniforme, ma quando Marijohn Wilkin ci ha presentati, la sua stretta di mano elettrica ha decretato la fine della mia carriera nell'esercito. John era e sempre sarebbe stato esuberante, forte e imprevedibile come il fulmine. Il tuono profondo della sua voce si sposava perfettamente con i suoi lineamenti irregolari, alla Lincoln. June, la sua compagna di vita, era la bella ed effervescente figlia minore della leggendaria famiglia Carter, solare e allegra quanto lui era cupo e pericoloso. I due erano innamorati pazzi e indubbiamente rappresentavano ciascuno la risposta ai sogni dell'altro. Il Wildwood Flower forse non avrà domato l'Holy Terror, ma di sicuro June appianava gli spigoli di quella forza della natura: la più selvaggia, all'epoca, nel magico mondo della musica. Insieme sarebbero diventati un santuario solido come una roccia, fonte di ispirazione non solo l'uno per l'altra e per i loro adorati figli, ma per la famiglia allargata, fatta di anime perse e cantautori, che hanno preso sotto la loro ala protettrice. Le prime parole che John mi ha rivolto quando ci hanno presentati agli studi di registrazione Columbia, dove io lavoravo come portiere, sono state: "È sempre bello ricevere una lettera da casa, vero Kris?" Cowboyjack Clement gli aveva riferito che mia madre mi aveva ripudiato per lettera, perché volevo far carriera in un genere musicale "che nessuno sopra i quattordici anni ascolta mai, e se anche fosse, non sarebbe il tipo di persona che vorremmo conoscere". Forse è per questo che John mi ha sempre incoraggiato nella mia attività di cantautore (teneva nel portafogli il testo di una mia canzone). Sarebbero passati anni prima che registrasse un mio brano, ma continuavo a fargli sentire ogni canzone che scrivevo; gliele facevo avere tramite June o a Luther Perkins,
altrimenti rischiavo che mi licenziassero per averlo disturbato. Una volta mi ha difeso quando l'assistente del suo produttore cercava di farmi licenziare per aver fatto entrare due cantautori nella sua sala di registrazione (l'avevano avvicinato in un corridoio e cercavano di fargli sentire un intero album di canzoni religiose che volevano fargli incidere). Il mio capo mi ha detto che non mi avrebbe licenziato perché sapeva che non ero colpevole di averli fatti entrare, ma mi ha consigliato di stare lontano dallo studio in cui John registra. Quindi me ne stavo nascosto nel seminterrato e passavo il tempo cancellando cassette da riutilizzare per le demo, quando all'improvviso appare John e mi chiede come sto (come se fosse una cosa normale andare nel seminterrato a sentire come stava il portiere). Gli dico che sto bene, e lui mi chiede se voglio salire a sentire la seduta di registrazione. Rispondo di essere molto occupato e lui mi dice: "Be', ho sentito che hai avuto qualche guaio, volevo solo farti sapere che non inizierò a registrare finché non vieni su". Allora torno di sopra con lui e resto a vedere la seduta, cercando di ignorare gli sguardi dell'assistente di produzione nella sala di controllo. Anni dopo, quando già mi esibivo (grazie a John che mi aveva fatto salire sul palco con lui al Newport Folk Festival, contro la volontà degli altri), mi hanno criticato in una rivista di musica country per via delle mie attività di protesta contro le violenze americane in Nicaragua. John ha scritto al giornale per difendere il mio patriottismo e ha sottolineato che io avevo servito il mio Paese nell'esercito. Ha fatto la stessa cosa per Bob Dylan quando Bob è stato criticato in Sing Out! per la direzione che stava prendendo la sua musica ("Lasciatelo stare, sa quel che fa"). John non ha mai avuto paura di rischiare la carriera per difendere ciò che riteneva giusto. Qualche anno dopo, suonavo in apertura del suo concerto a Philadelphia e ho dedicato una canzone a Mumia Abu Jamal (che era nel braccio della morte). Alcuni funzionari si sono arrabbiati moltissimo, e quando sono sceso dal palco mi hanno intimato di tornare su e chiedere scusa. Mi dispiaceva molto dover rovinare il concerto di John. John mi ha risposto: "Non c'è bisogno di chiedere scusa per qualunque cosa tu abbia detto nel mio show. Voglio che tu venga sul palco con me alla fine del concerto, quando facciamo i canti gospel, e canti "Why Me". A proposito di Why Me: una volta John ha detto alla sua band che Gesù scrisse una canzone intitolata Why Me, Kris (Perché io, Kris). John non perdeva mai il senso dell'umorismo. Quando June ci lasciò senza preavviso, era disperato. Durante la veglia funebre, quando tutti sono venuti a darle l'ultimo saluto, io ero seduto accanto a John vicino alla bara mentre le persone si mettevano in fila per offrirgli le loro condoglianze. Uno dei presenti ha parlato con John, poi ha notato me e mi ha detto che mi riteneva un ottimo cantante. Quando se n'è andato, John si è chinato verso di me e ha commentato: "Be', niente male, vero?". Sarò sempre grato a John e June per la gentilezza che hanno dimostrato a me, mia moglie e i miei figli. John ha scritto alcune lettere molto divertenti a Johnny, che portava il suo stesso nome, e ai ragazzi scriveva sempre poesie e regalava suoi disegni, giocattoli e libri. Tanti libri. Aveva il dono di saper dare a chiunque l'impressione di essere la persona più importante al mondo. Le sue ultime parole a me sono state: "Ti voglio bene, Kris". "Ti vorrò sempre bene, John"."

K.K.

1 commento:

BlackBlog francosenia ha detto...

The Pilgrim: Chapter 33
by Kris Kristofferson

See him wasted on the sidewalk in his jacket and his jeans,
Wearin yesterdays misfortunes like a smile--
Once he had a future full of money, love, and dreams,
Which he spent like they was goin outa style--
And he keeps right on achangin for the better or the worse,
Searchin for a shrine hes never found--
Never knowin if believin is a blessin or a curse,
Or if the goin up was worth the comin down--

Chorus:
Hes a poet, hes a picker--
Hes a prophet, hes a pusher--
Hes a pilgrim and a preacher, and a problem when hes stoned--
Hes a walkin contradiction, partly truth and partly fiction,
Takin evry wrong direction on his lonely way back home.

He has tasted good and evil in your bedrooms and your bars,
And hes traded in tomorrow for today--
Runnin from his devils, lord, and reachin for the stars,
And losin all hes loved along the way--
But if this world keeps right on turnin for the better or the worse,
And all he ever gets is older and around--
>from the rockin of the cradle to the rollin of the hearse,
The goin up was worth the comin down--

Chorus:
Hes a poet, hes a picker--
Hes a prophet, hes a pusher--
Hes a pilgrim and a preacher, and a problem when hes stoned--
Hes a walkin contradiction, partly truth and partly fiction,
Takin evry wrong direction on his lonely way back home.
Theres a lotta wrong directions on that lonely way back home.