Il titolo del romanzo distopico di George Orwell, "1984", se riferito alle mutazioni del capitalismo, ha costituito un anno cruciale, tanto dal punto di vista fattuale quanto da quello simbolico: è stato in quell'anno che abbiamo assistito alla prima deregolamentazione del settore delle telecomunicazioni negli Stati Uniti, che ha segnato il passaggio a una "società globale dell'informazione", caratterizzata da un capitalismo cibernetico. In quello stesso anno, Apple, con lo slogan: «Era tempo che un capitalista facesse una rivoluzione», lanciava il suo primo computer Macintosh.
Decifrando questi cambiamenti, Maxime Ouellet dimostra come - nell'era delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) - il capitale abbia cominciato a realizzare una rivoluzione culturale permanente. A partire da un mondo ancora normativamente regolato dalla cultura - e che si riproduce ancora per mezzo di istituzioni politiche - la globalizzazione capitalista segna il passaggio a una nuova era, nella quale la comunicazione cibernetica si erge a supremo regolatore della pratica sociale, e in cui tutte le norme e i valori vengono sostituiti dalla sola legge del valore di mercato.
Vediamo quindi come sia stata una vera e propria rivoluzione culturale quella è ora in procinto di realizzare la fantasticheria che ha accompagnato tutti i precedenti regimi totalitari: vale a dire la produzione di un "Uomo Nuovo". Tuttavia, la teoria critica attuale fa fatica a cogliere quali siano le reali implicazioni di queste nuove dinamiche capitaliste. Secondo l'autore, a dover essere dialettizzati sono sia i discorsi tecnofili che quelli tecnofobici circa le ICT, in modo tale che così possano smettere di ignorare la natura profonda di queste trasformazioni che di fatto riguardano l'economia politica. Detto in altri termini, bisogna conciliare critica dell'economia politica e critica della cultura, in modo da rimettere così le astrazioni reali (merce, valore, capitale, lavoro) al centro di ogni critica del capitalismo. In questo senso, "La Rivoluzione Culturale del Capitale" ci permette di pensare quali sono le condizioni necessarie per poter elaborare un post-capitalismo.
Maxime Ouellet, "La révolution culturelle du capital. Le capitalisme cybernétique dans la société globale de l’information" (edizioni ècosociété)
fonte: @Palim Psao
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