Secondo il suo biografo ed amico, Karl Rosenkranz, Hegel estraeva i brani tratti dai libri che leggeva – e così aveva fatto per tutto il corso della sua vita - nel modo seguente: tutto ciò che gli sembrava degno di nota veniva scritto su un singolo foglio di carta, ed in quel testo annotava in calce il tema generale in cui quel contenuto specifico doveva essere inserito.
I singoli fogli di carta venivano quindi disposti in ordine alfabetico e, grazie a tale semplice metodo, era così in grado di poter usare costantemente i suoi estratti. Eliminando i riferimenti bibliografici, questi biglietti di annotazione scritti da Hegel costituivano perciò un archivio di conoscenze che permetteva un recupero semplice delle informazioni, mentre allo stesso tempo ne occultava le sue fonti.
La Fenomenologia dello Spirito è un libro privo di note in calce. Perfino Kant viene solo nominato una volta, di passaggio. L'Enciclopedia delle Scienze Filosofiche contiene solo un piccolo numero di note in calce, le quali si riferiscono a libri di altri autori, ma è probabile che siano state aggiunte a posteriori dagli editori di Hegel. Il risultato di tutto questo è che le frasi prese in prestito e le appropriazioni ottenute dalla scienza e dallo spirito della sua epoca rimangano in gran parte per lo più invisibili nei suoi scritti filosofici.
Uno dei "consigli di scrittura", che veniva dato da Sebald durante i suoi corsi di "scrittura creativa", era una chiara eco del metodo di Hegel, che Sebald stesso probabilmente conosceva: «posso dirlo solo a voce, rubate tutto quello che potete. Nessuno lo noterà. Dovete tenere un quaderno di annotazioni, in cui scrivete le citazioni, ma senza indicare le fonti. Qualche tempo dopo, tornerete a prendere in mano il quaderno e potrete usare il materiale come se fosse vostro, senza alcun senso di colpa».
Nessun commento:
Posta un commento