1) - Come detto altrove, Susan Sontag torna, nel secondo volume dei Diari, sul problema del comunismo, del pensiero di sinistra, dell'influenza sovietica e dell'influenza di quest'insieme di questioni riguardo gli autori/le opere da lei preferiti (soprattutto Sartre, Barthes, Canetti, Benjamin, Brecht). In una nota del 1980, senza data specifica, la Sontag scrive a proposito di Canetti: Canetti è lo scrittore che nega gli ultimi 150 anni di pensiero - e nega anche la storia -, è il prototipo dell'intellettuale europeo di vecchia scuola. All'interno di questa curiosa opera troviamo - nascosti ed allo stesso tempo in bella vista - tutti i problemi di coscienza.
2) - Quest'idea della negazione degli "ultimi 150 anni di pensiero" da parte di Canetti è interessante e si lega all'affermazione già citata della Sontag del dicembre del 1978: «Canetti era rimasto libero dalla tentazione della sinistra. Come?». Inoltre, l'idea torna anche nell'ultima frase di questo volume dei Diari, il 30 giugno del 1980 - ed in seguito la frase: «Grande tema è la fine della passione dell'occidente per il comunismo. Fine di una passione durata duecento anni».
3) - Esiste una confluenza, che rimane in potenza, fra i 150 anni di pensiero di Canetti e la passione, durata duecento anno, dell'Occidente per il comunismo. La frase finale della Sontag fa pensare alla frase finale di Foucault in "Le Parole e le Cose", che cerca la diagnosi di una simile fine - la morte di Dio, la morte dell'uomo, la fine della filosofia, ecc.:
«Una cosa comunque è certa: l'uomo non è il problema più vecchio o più costante postosi al sapere umano. (...) l'uomo vi costituisce un'invenzione recente. Di fatto, fra tutte le mutazioni che alterano il sapere delle cose e del loro ordine, il sapere delle identità, delle differenze, dei caratteri, delle equivalenze, delle parole - in breve in mezzo a tutti gli episodi di questa profonda storia del Medesimo - uno solo, quello che prese inizio un secolo e mezzo fa e che forse sta chiudendosi, lasciò apparire la figura dell'uomo. E forse la fine prossima (...) possiamo senz'altro scommettere che l'uomo sarebbe cancellato, come sull'orlo del mare un volto di sabbia.».
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