venerdì 9 giugno 2017

parlare del tempo

rogo

Il rogo del futuro
- di Robert Kurz -

È con lo sviluppo della crisi economico-sociale, a partire dalla fine degli anni novanta, che la distruzione capitalista delle basi naturali è passata progressivamente in secondo piano. Ora, improvvisamente, i mutamenti climatici noti da tempo fanno di nuovo notizia. Parallelamente ai limiti interni della valorizzazione del capitale (disoccupazione di massa e sottoccupazione globale, economia delle bolle finanziarie e circuit del deficit instabili) cominciano ad innalzarsi anche i limiti esterni della natura. Da un lato, per i prossimi decenni viene annunciato l'esaurimento delle riserve di energia fossile di facile accesso. Con tale esaurimento, si prevede un aumento di lunga durata dei prezzi dell'energia, fino al limite del sopportabile, e perfino anche oltre. Dall'altro lato, con l'emissione dei gas con effetto serra, viene programmato un riscaldamento globale, con catastrofi climatiche in parte già manifeste (siccità, inondazioni, uragani, ecc.). Secondo uno studio di de Nicholas Stern, ex economista della Banca Mondiale, conseguentemente a questo, l'economia mondiale avrà un crollo del 20%.

In effetti, si potrebbero anche concepire in senso opposto le situazioni dei limiti naturali: lo shock economico dell'eplosione dei prezzi dell'energia potrebbe ridurre drasticamente le emissioni, portando ad una caduta della crescita, sommandosi però allo stesso tempo agli effetti delle catastrofi climatiche, che non si fermeranno a breve termine. Dal momento che la diminuzione relativa delle emissioni globali dal 1990 al 2000, che ha portato ad una falsa fine-allerta. non sono state dovute al protollo del clima e alle misure di regolamentazione, ma al collasso economico del vecchio blocco dell'Est. È stato solo perché enormi strutture industriali sono state svalorizzate dal mercato mondiale e sono rimaste paralizzate che, secondo la segreteria della Convenzione Internazionale del Clima, le emissioni sono scese del 40% in questo spazio di tempo, con ripercussioni sui valori globali. Da quel momento in poi, circa il 25%, solo nel settore dei trasporti, a causa del processo di globalizzazione.

Responsabili non sono solamente le zone economiche di esportazione cinese e gli Stati Uniti. Anche l'Unione Europea cadrà molto al di sotto degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Ciò nonostante, la Commissione Europea ha mitigato i limiti delle emissioni di gas delle automobili, come conseguenza della lobby automobilistica tedesca. Dal momento che i conglomerati locali fabbricano soprattutto modelli che ostentano alte emissioni. Sebbene fosse necessaria una riduzione di 120 grammi di CO2 per chilometro, i vincoli stabiliti dall'Unione Europea sono stati aumentati a 140 grammi. Tuttavia la classe S della Mercedes emette più di 300 grammi; essendo questo permesso grazie alla gradazione sulla base della cilindrata. I tedeschi amano considerarsi "verdi" e romantici difensori delle foreste, ma nella realtà quella che trionfa è l'ideologia della potenza dei cavalli vapore.

Il capitalismo è una cultura della combustione, basata su un utilizzo di energia in continua crescita che, in un certo qual modo, brucia sé stessa, ed insieme ad essa il futuro dell'umanità. La vuota retorica del posto di lavoro e la retorica, altrettanto vuota, del clima si sostengono a vicenda, in senso opposto. La crisi economico-sociale e la crisi ecologica cominciano ad incrociarsi e a rafforzarsi l'un l'altra. Il modo di produzione ed il modo di vita dominante ci lasciano solo l'alternativa fra una catastrofe climatica rallentata dal collasso economico, oppure, al contrario, che il rallentamento violento della catastrofe climatica possa portare alla violenta caduta dell'economia. Dopo di noi, il diluvio!

- Robert Kurz - Pubblicato su Neues Deutschland del 9 febbraio 2007 -

fonte: EXIT!

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