sabato 24 giugno 2017

Lessico

The Young Karl Marx

Marx essoterico/Marx esoterico: Per mezzo di questi due termini, si vogliono distinguere due differenti interpretazioni dell'opera del vecchio barbuto, essendo una quella accettata tradizionalmente (essoterica), che si basa principalmente su un punto di vista che si costruisce a partire dal lavoro ed il cui oggetto di studio è soprattutto la lotta di classe. Questa interpretazione tradizionale si focalizza sul modo di distribuzione.
L'altra interpretazione, è quella che qui ci interessa, ed è assai meno conosciuta (esoterica). E stavolta non si costruisce a partire dal punto di vista del lavoro, ma, piuttosto, dalla possibilità della sua abolizione. Il Marx esoterico è quello che critica sia il modo di distribuzione che il modo di produzione capitalistico a partire dall'analisi di quelle categorie storicamente determinate che sono il valore, la merce, il denaro, il lavoro, il capitale.

Lavoro: Qui, soprattutto, non bisogna intendere il lavoro come quell'attività, valida in qualsiasi epoca, di interazione fra l'uomo e la natura, come attività in generale. Il lavoro viene qui inteso come l'attività specificamente capitalista auto-mediatizzante, vale a dire che il lavoro esiste per il lavoro e non più per un fine esteriore come, ad esempio, la soddisfazione di un bisogno. Nel capitalismo, il lavoro è allo stesso tempo sia concreto che astratto.
«Criticare il lavoro non avrebbe alcun senso se lo si identifica con l'attività produttiva in quanto tale, che, di certo, è un dato di fatto presente in tutte le società umane. Ma le cose cambiano se per lavoro si intende quello che la parola effettivamente designa nella società capitalista: il dispendio auto-referenziale della semplice forza lavoro, senza alcun riguardo per il suo contenuto. Così concepito, il lavoro è un fenomeno storico, appartenente alla sola società capitalista e che può essere criticato, ed eventualmente abolito». (Anselm Jappe in Crédit à Mort, Ch "Politique sans politique". Ed Lignes.)

Lavoro concreto/lavoro astratto: Per capire la dualità del lavoro nell'analisi di Marx, dev'essere compreso come storicamente determinato nelle sue due dimensioni. Diciamo che il lavoro concreto si riferisce alla "attività dello sforzo" (inteso qualitativamente) ed il lavoro astratto si riferisce alla funzione di mediazione del lavoro nel capitalismo (inteso quantitativamente). La specificità del lavoro nel capitalismo consiste nel fatto che esso mediatizza le interazioni umane con la natura, così come le relazioni sociali fra le persone. Lavoro astratto e lavoro concreto quindi non sono affatto due tipi di lavoro differenti, ma sono due aspetti del lavoro sotto il capitalismo.

Merce: la merce non è un semplice oggetto. Essa è in realtà piena di "sottigliezze metafisiche". Contrariamente al semplice prodotto, la merce ha una doppia natura: sia il valore d'uso che il valore. Quello che fa sì che essa può essere utilizzata o consumata è ciò che determina il suo valore d'uso, quello che fa sì che essa può essere scambiata con qualsiasi altra merce, oppure semplicemente venduta, significa che essa possiede una valore che non ha alcun rapporto con le sue particolari qualità di oggetto. Essa è una materializzazione del tempo astratto.

Valore d'uso: Una delle due "facce" della merce, esso agisce come da supporto al valore. Ad esempio, un bicchiere, come valore d'uso ha quello di contenere un liquido che può essere bevuto. Tale valore d'uso, contrariamente al valore, non può essere paragonato quantitativamente ad un altro valore d'uso; è una qualità incommensurabile ed entra quindi, per così dire, in "conflitto" con l'altra faccia della merce che è il valore, il quale è per sua essenza quantificabile. Sarebbe pertanto ridicolo partire da una difesa del valore d'uso come base per una teoria dell'emancipazione. In effetti, esso è una delle categorie storicamente determinate dal capitalismo.

Feticismo: Marx paragona il rapporto che l'individuo ha con le merci in seno alla società capitalista, a quello che esiste nelle società primitive verso i totem o verso altri feticci. Secondo un potere esterno alla sua stessa produzione, l'essere umano si sottomette ad una forma di non-coscienza. Il carattere di feticcio della merce implica un'inversione del rapporto soggetto/oggetto tale che gli individui si trovano ad essere dominati da degli oggetti che essi producono.
La logica di accumulazione astratta del valore (la valorizzazione del valore) genera un doppio movimento: da una parte, una cosificazione delle persone e delle loro relazioni (reificazione) e, dall'altra parte, una personificazione delle cose.
Il feticismo capitalista lo si trova nel fatto di attribuire un carattere naturale alle categorie capitaliste del lavoro, della merce (così come la proporzione in cui essi vengono scambiati sembra appartenere alla loro natura, allo stesso modo in cui le proprietà chimiche del carbone o dell'idrogeno determinano la forma di un corpo), del mercato, o dello Stato.
In questo mondo realmente rovesciato, i rapporti fra gli uomini prendono la forma di rapporti fra cose.

- fonte: Critique de la valeur-dissociation. Repenser une théorie critique du capitalisme

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