La bomba inflazionaria
di Robert Kurz
La crisi continua ad essere considerata come superata e viene garantita una crescita esuberante dell'economia mondiale, che in breve finirà per oltrepassare il livello pre-crisi. Tuttavia, avanza, non propriamente a passi felpati, un aumento sensibile dell'inflazione, che sembra prendere il posto dello scoppio deflazionario. Nei grandi centri della speranza della situazione economica mondiale, India e Cina, il tasso di inflazione negli ultimi mesi ha superato la soglia del 5% ed i prezzi degli alimenti sono aumentati del 15% (India) e del 12% (Cina). In ogni caso, i successivi aumenti dei tassi di interesse, che ora sono il 5% più alti di quelli europei e nordamericani, hanno conseguito scarsi effetti. Un simile aumento del tasso di inflazione può essere osservato in molte regioni periferiche del mondo. Anche nella zona euro gli aumenti dei prezzi hanno raggiunto il 2,4%, a gennaio, sforando l'obiettivo ufficiale. La medesima tendenza negli Stati Uniti, a quanto pare, causa soltanto indifferenza.
Quello che fino a non molto tempo fa sarebbe stato considerato allarmante, quanto meno nell'Unione Europea, viene ora anche qui minimizzato. Sia il presidente della BCE che il CEO della Deutsche Bank considerano l'aumento dei prezzi a livello mondiale come un fenomeno "normale" in questo scenario, e confidano nel fatto che l'abbassamento dei prezzi avverrà di per sé con il ciclo economico. Cadono qui in un errore elementare. Un aumento generale dei prezzi soltanto ciclico, a partire da un aumento regolare della domanda, dovuto a maggiori profitti e salari sulla base della valorizzazione reale del capitale, è un puro fenomeno di mercato e non ha niente a che vedere con il valore del denaro. E' cosa completamente diversa quando il consumo pubblico ed il denaro della banca centrale scaldano artificialmente l'economia. C'è un'enorme differenza fra il crescere della domanda, poiché l'economia recupera da sola, e quando l'economia recupera in quanto viene creata, per decreto governativo, una domanda irregolare dal punto di vista capitalistico. In quest'ultimo caso, l'aumento generale dei prezzi deriva dalla svalutazione del denaro stesso. E' questa la vera inflazione, ed è con essa che ora ci stiamo confrontando.
In realtà, gli Stati e le le loro banche di emissione hanno creato denaro di credito su una scala senza precedenti storici, per poter sostenere la crisi economica mondiale. Solamente negli Stati Uniti, nel giro di due anni ed in modi diversi, sono stati iniettati nell'economia più di quattro miliardi di dollari. Dovunque, il denaro della politica dei bassi, o nulli, tassi di interesse sgorga come da una fontana verso il sistema commerciale bancario, il quale viene autorizzato a presentare i titoli tossici come una "garanzia". Inoltre, la Federal Reserve degli Stati Uniti, è da tempo che compra in massa titoli del tesoro americano, in quanto gli asiatici disprezzano in maniera sempre più crescente tali titoli diventati di dubbio valore. La BCE si dispone allo stesso gioco con i titoli di debito pubblico dei paesi deficitari della zona euro, al fine di riuscire a salvare la moneta unica. Diversamente da quanto annunciato, non si è riuscito ad assorbire quella liquidità per mezzo delle società di rifinanziamento. Mentre il flusso di denaro rifinanzia soltanto i debiti o fa salire le quotazioni della Borsa, l'inflazione viene limitata. Ma, nella misura in cui si raggiunge l'obiettivo di esercizio, ossia, si riesce a creare domanda a partire dal niente, ne consegue inevitabilmente la svalutazione accelerata del denaro. Negare un tale contesto ed inventare storie su una crescita auto-sostenibile, è segno di ignoranza. La bomba inflazionaria farà dissolvere nell'aria la crescita apparente, così come aveva fatto prima la bomba deflazionaria.
- Robert Kurz - Pubblicato su "Neues Deutschland" del 7/2/2011 -
fonte: EXIT!
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