Il terrore del risparmio e la rivolta
- di Robert Kurz -
Lo sciovinismo dell'esportatore tedesco si immagina di trovarsi sull'isola del bengodi, dove nessuno sa cosa sia la crisi. Ora, il fatto è che anche in questo paese continua ad aumentare la povertà di massa ed i salari da miseria. Ma questo non interessa a nessuno quando l'economia in qualche modo cresce. La Cina e gli Stati Uniti comprano alla grande dalla Germania, grazie al sostegno statale. Per ora la crisi è stata esportata verso le zone meno beate dell'Unione Europea, insieme alle automobili e ai macchinari. L'euro rende possibile tutto questo in quanto spinge il rullo compressore dell'esportazione di alta tecnologia. E' per questo che l'euro dev'essere salvato. Le abituali riunioni si animano artificialmente circa i pretesi regali di migliaia di miliardi fatti ai "pigri greci". Tuttavia, non c'è nessun regalo, ma semmai prestati da ripagare in capitale ed interessi, nel bene o nel male. Questo può avvenire soltanto se la Grecia risparmia fino a rovinarsi tagliando letteralmente dal corpo dei suoi cittadini, ivi inclusa la classe media, i costi per il salvataggio dell'euro. Da tempo, non sono più soltanto i giovani militanti che scendono in strada contro tutto questo, ma anche semplici casalinghe, medici ed insegnanti, nonni e nonne.
La soglia del dolore sociale è stata oltrepassata, com'è noto, e non solto in Grecia. Il terrore del risparmio sta devastando per motivi simili anche la Spagna, il Portogallo ed altri luoghi: fino alla Gran Bretagna, che non fa nemmeno parte della zona euro, ma deve salvare le proprie banche ed obbliga ora le persone a pagare. Dappertutto comincia ad apparire una rivolta contro la vendita delle ultime risorse pubbliche, rivolta che, per quanto ancora senza alcuna direzione politico-sociale, ben presto potrebbe essere sostenuta solo con la forza. All'improvviso, nel bel mezzo dell'Unione Europea, diventano imminenti "situazioni arabe". Se quei sollevamenti sono stati finora mediaticamente percepiti come "movimenti di democratizzazione" molto corretti, ora sale alla ribalta, come vera causa, la miseria sociale, sul territorio stesso delle democrazie europee. Al centro, qui come là, c'è la drammatica disoccupazione di massa della gioventù laureata, che del resto da tempo si è venuta manifestando anche in Cina ed in altri paesi asiatici in piena espansione.
L'inondazione di denaro da parte delle banche centrali ed i programmi pubblici di salvataggio hanno portato a nuove bolle finanziarie, ad inflazione fuori controllo e perfino, come nella zona euro, la moneta sull'orlo del collasso. La politica estremista di austerità è l'inversione di marcia che dovrebbe servire ad evitare tali conseguenze. Ma con questo quello che si rivela è soltanto la crisi in tutta la sua estensione. Dopo i paesi arabi, la Grecia, essendo attualmente l'anello più debole, ci fa vedere il futuro dell'economia capitalista e del suo universo di Stati. Se, dopo la generazione più giovane, anche la generazione più vecchia viene spinta giù a toccare il fondo a causa delle conseguenze della crisi messa in atto dallo Stato, allora si rompe la legittimità del sistema politico nel suo insieme. Questo non è soltanto un problema sociale e politico, ma riguarda anche il capitale in sé. In quanto la furia del risparmio contro le conseguenze della furia dei salvataggi finisce per strangolare di nuovo anche la situazione economica globale. E' un'idea assurda pensare che la Germania potrebbe godere durevolmente del fulgore della sua esportazione di crisi, mentre tutto il mondo è in fiamme. Sarà interessante vedere come risponderanno socialmente e politicamente i presunti vincitori della crisi, quando la miseria alla fine raggiungerà anche loro.
- Robert Kurz - Pubblicato su Freitag, Berlino 7 luglio 2011 -
fonte: EXIT!
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