giovedì 5 dicembre 2013

Vincere la Rivoluzione!

NIN
Era il 25 aprile del 1937, quando Andreu Nin, leader del POUM (Partido Obrero de Unificación Marxista) ed ex-segretario della CNT, saliva sul palco del Teatro Principal Palace, a Barcellona, per tenere la coferenza "Il problema del potere nella rivoluzione". Due giorni dopo, il testo integrale della conferenza veniva pubblicato au "La Batalla", organo del POUM. Polemico e sintetico, Nin svolgeva un'analisi della congiuntura rivoluzionaria che si sarebbe ben presto rivelata essere premonitrice. Infatti, di lì a poche settimane, le strade di Barcellona si sarebbero infiammate a causa dello scontro armato fra i settori rivoluzionari e le forze che, influenzate dallo stalinismo e dal nazionalismo liberale, spingevano per un rafforzamento dello stato e per l'affossamento del processo di collettivizzazione nella retroguardia, mentre allo stesso tempo cercavano di farla finita, in prima linea, col sistema delle milizie che finora aveva fermato l'avanzata delle truppe franchiste in Aragona.
Nel giugno del 1937, centinaia di militanti del POUM verranno arrestati con l'accusa di collaborare con i fascisti di Franco. Le prove, documenti falsificati dal NKVD sovietica (l'organismo succeduto alla CEKA e alla GPU), portarono all'arresto di Nin che venne trasferito in segreto in una prigione stalinista ad Alcalá de Henares, dove sarebbe stato torturato per tre giorni, fino alla morte e senza che riuscissero a strappargli alcuna falsa testimonianza sulla sua strombazzata connivenza con i fascisti.
Il destino del POUM e delle sue migliaia di militanti era già stato deciso da tempo, ma solo la sconfitta del POUM e del movimento libertario, nel corso delle giornate di maggio, avrebbe dato il via all'escalation repressiva contro il partito marxista e contro i suoi militanti: le sedi sarebbero state chiuse, i quadri dirigenti arrestati e la sua stampa censurata in modo definitivo.
Da allora in poi, le possibilità di intervento politico da parte dei settori dell'antifascismo rivoluzionario, a fronte della politica internazionale di Stalin, diminuirono considerevolmente. C'era stata, all'origine, la perdita di egemonia politica del movimento operaio rivoluzionario ed il conseguente freno all'opera di trasformazione sociale intrapresa nella retroguardia repubblicana dai lavoratori, i quali avevano intelligentemente intuito che l'unico modo di vincere la guerra era quello di vincere - contemporaneamente e con tutta la decisione necessaria - la rivoluzione, costruendo quel mondo nuovo che era stato loro negato da tutti i regimi politici che avevano dovuto subire.

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