venerdì 13 dicembre 2013

Paradossi democratici

paradox

La conferenza di Postdam riunì, dal 17 luglio al 2 agosto 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale, e dopo la conferenza di Yalta, Churchill, Stalin, Truman, De Gaulle ed un delegato cinese in rappresentanza di Chiang-Kai-shek. Di fatto, festeggiava la vittoria delle "democrazie" sul regime nazista, ma se si va a vedere come questi leader erano arrivati al potere ne emerge un quadro sorprendente. A cominciare da Harry Truman - che molti, dentro ed intorno al suo partito, consideravano essere un inetto puritano - che era arrivato alla presidenza degli Stati Uniti in quanto vice presidente di Roosvelt, dopo la morte di questi. Il fatto è che alla carica di vice presidente c'era arrivato in virtù del siluramento di Henry Wallace, destinatario naturale della carica che però era considerato troppo "progressista" dal gigantesco consorzio industriale-militare americano.
Anche Churchill era arrivato al grado di primo ministro del Regno Unito grazie ad una manovra "di corridoio" e non era mai stato votato dal popolo britannico. Quanto a Stalin, c'è poco da aggiungere alla sua fama. Chiang-Kai-shek, invece, doveva il suo mandato ad una rivolta militare che aveva instaurato la repubblica in Cina, dopo avere assassinato i comunisti che gli erano stati alleati. De Gaulle, da parte sua, non aveva mai vinto un'elezione e le due volte in cui arrivò al potere, lo fece dietro i carri armati: la prima volta, quelli degli anglo-americani, e poi la seconda, nel maggio del 1958, dietro a quelli dei generali che si erano sollevati ad Algeri. Curiosamente, in tutta questa "democrazia", l'unico che doveva il suo mandato ad una vittoria elettorale era proprio Hitler, che aveva ottenuto, il 5 marzo del 1933, più di 17 milioni di voti (questi i risultati delle elezioni: NSDAP (Partito Nazionale Socialista Tedesco dei Lavoratori): 17.277.180; SPD (Socialisti): 7.181.620; KPD (Comunisti): 4.848.058; ZENTRUM: 4.424.900; DEUTSCHNATIONALE: 3.136.760).

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