Un bastardo rimane un bastardo, anche da morto. E non deve alzare polvere, come diceva André Breton.
Ed è proprio lui, Breton, il protagonista di questo "Belleville-Barcellona" di Patrick Pécherot.
Siamo nel 1938, durante la guerra civile spagnola, laddove si giocava quel futuro che è ancora il nostro presente. E' ben conscio, e non dimentico, Pécherot, di come gli stalinisti assassinarono allora quella rivoluzione. Ed è proprio qui che interviene Breton. Facendo uso dei contatti di un segretario di Trotsky, Rudolph Klément, si rende garante dell'arrivo a destinazione, a Barcellona, di una grossa partita di armi destinata al POUM. Intanto, a Parigi, la "Cagoule", per conto di Mussolini, ammazza i militanti rivoluzionari e Clovis Trouille dipinge i "Mes funérailles".
E una fotografia. Benjamin Péret, in piena guerra civile, seduto sotto un portico, con una mano accarezza il gatto accoccolato sulle sue ginocchia, un fucile nell'altra mano. "Tutti e due, hanno fermato il tempo" - commenta Pécherot ...
Belleville-Barcelone di Patrick Pécherot (éd. Gallimard Série Noire)
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