Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
lunedì 15 ottobre 2007
Bisogna saper scegliere in tempo ...
Il week-end romano comincia bene, all'ESC. C'è la presentazione del libro dei De Caro, "La sinistra in guerra", pubblicato per le edizioni Colibrì. Una sorta di dizionario che, sotto voci più o meno consuete, da "terrorismi" a "vivacità", mette a nudo tutto il bestiario che, a partire dalla caduta del muro di Berlino, ha contrassegnato gli ultimi decenni. Guerre buone, guerre umanitarie... Qualcuno, dal pubblico, legge una "perla", a firma Bertinotti, dove si sostiene la bontà intrinseca della bomba sganciata a Hiroshima, contrapposta alla malvagità intrinseca dei campi di sterminio nazisti. Bertinotti come Truman!
"Luccicanti", gli interventi introduttivi di Augusto Illuminati (che ha recensito il libro su "Alias") e di Marco Bascetta che mettono la questione sui piedi, e non solo per quanto attiene alla "guerra esterna" (Kosovo, Iraq, Afganhistan e navi cariche di clandestini) e per quanto attiene alla "guerra interna" (Genova e, soprattutto, Napoli). Il punto è posto sulla psicologia del cittadino (ed elettore di sinistra) che vive sé stesso come vittima. Vittima potenziale di rapinatori, di lavavetri, di disturbo della quiete, di degrado e chi più ne ha più ne metta. Un cittadino, ed un elettore, in tutto e per tutto simile a quello sceso sabato in piazza, sempre a Roma, a chiedere meno tasse e più sicurezza. Un cittadino, ed un elettore, del tutto simile (sempre sabato, mentre tornavo in metropolitana dall'essere stato al cinema a vedere lo splendido "Stardust") a quello che salito sul vagone con tutta la famiglia, le aste delle bandiere innalzate alla manifestazione ancora in mano. Il ragazzo nero che era davanti alle porte, dopo essersi spostato per lasciarli entrare, si è mosso verso di lui (al fine di ottenere un equilibrio migliore) che si è vistosamente allontanato. Ci siamo guardati, io e il ragazzo. Al suo sorriso, ho risposto sorridendo e scuotendo il capo. Poi, prima che io scendessi, ha sorriso ancora e mi ha augurato buona fortuna. Mentre gli restituivo l'auspicio, ho ripensato ad una scritta, letta tempo fa su un muro (uno di quei gesti criminali, come li definisce il sindaco di Roma, uscente verso più fulgidi destini):
"EXTRACOMUNITARI SALVATECI DAGLI ITALIANI!"
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