martedì 21 luglio 2015

Wikipedia e lo Stato

mason umanita

"La fine del capitalismo è cominciata", è il titolo del pezzo pubblicato sul "Guardian" da Paul Mason , secondo cui la fine del capitalismo in atto è il prodotto del concorso di tre forze: in primo luogo, e soprattutto, il capitalismo ha ridotto il bisogno di lavoro, ha reso indistinto il confine fra lavoro e tempo libero ed ha dissolto la relazione fra lavoro e salario. In secondo luogo, l'informazione ha corroso la capacità da parte del mercato di stabilire correttamente i prezzi, dal momento che, mentre i mercati dipendono dalla scarsità, l'informazione risulta abbondante. In terzo luogo, Mason osserva la crescita spontanea della produzione condivisa, la quale non è più determinata dai mercati e dalle gerarchie manageriali.

Per quanto persuasiva possa essere, questo tipo di argomentazione mantiene il ruolo centrale che il lavoro ha nel nostro tempo. Lavoro ed occupazione sono le ossessioni di tutti i politici e di tutta la politica in ogni Stato del mercato mondiale. Ogni misura politica che viene offerta da qualsiasi partito politico viene giustificata a partire dal fatto che dovrebbe creare nuovi posti di lavoro. Nessuna società è mai stata tanto ossessionata dal lavoro, così ossessionata che anche nel discorso di Mason circa il futuro che ci aspetta dopo il capitalismo non si parla di una società futura post-lavoro, ma soltanto di una società futura successiva ad un tipo particolare di lavoro: il lavor salariato:

- Quale forma assumerà il lavoro?
- Come sarà organizzato il lavoro?
- Cosa produrrà il lavoro?
- Come verrà distribuito il prodotto del lavoro?

Queste le domande che emergono esplicitamente in tutte le discussioni iperboliche intorno all'automazione: come faremo a salvare il lavoro da questo capitalismo morente?!? Nel suo articolo, Mason suggerisce che oggi è arrivato il momento del pensiero utopico: "Al centro dei futuri cambiamenti si trova la tecnologia dell'informazione, i modi nuovi di lavorare e l'economia della condivisione". Ecco che, secondo Mason, nel futuro ci sarà ancora il lavoro, solo che questo lavoro utilizzerà mezzi di produzione differenti, più avanzati, e sarà organizzato in maniera diversa e il suo prodotto verrà distribuito secondo una logica sociale che sarà diversa dal mercato.

Nel futuro distopico immaginato nel recente "Mad Max: Fury Road", si vedono masse di indigeni che si affollano ai piedi di una rupe per ricevere, non dei nuovi fantastici ed inimmaginabili prodotti creati dall'industria moderna, ma una razione di acqua. E' questa la scena che appare sempre più spesso in tutte le fantasie radicali a proposito del futuro dopo il capitalismo! Ma la realtà dei nostri tempi è ben diversa: le persone si mettono in fila per un lavoro, le persone rischiano la loro vita e la vita dei loro figli, viaggiando pericolosamente su enormi distanze, non per farsi assegnare una tenda in un campo di rifugiati, ma per trovare un lavoro nell'Unione Europea e negli Stati Uniti. E' questo lo scollamento fondamentale fra la realtà e qualsiasi discussione a proposito della società post-capitalista.
Nel modo capitalistico di produzione, il lavoro esiste soltanto per il lavoro, non per il godimento sociale! La produzione esiste soltanto per la produzione: il suo fine è l'accumulazione capitalista! Allora, che senso ha parlare di lavoro quando il lavoro è diventato il solo scopo del lavoro? Dal momento che il lavoro esiste soltanto come fine in sé, come ci può essere, dopo il capitalismo, un futuro per il lavoro? E che senso ha parlare di lavoro dopo il capitalismo quando il lavoro e la sua espansione incessante non è altro che la finalità del capitalismo?

mason mad max

A sentire Mason, "Con il cambiamento del terreno, il vecchio percorso, immaginato dalla sinistra del 20° secolo, che portava oltre il capitalismo è perduto." Eppure, nonostante questo cambiamento del terreno, il mondo nuovo del lavoro dopo il lavoro salariato richiederà sempre la politica, vale a dire uno Stato!:
"Ma si è aperta un'altra strada, diversa. La produzione collaborativa, che usa la tecnologia di rete per produrre beni e servizi e che funziona solo quando questi beni e servizi sono gratuiti, definisce il percorso che porta oltre il sistema di mercato. Ci sarà bisogno dello Stato per creare il quadro di lavoro - proprio come all'inizio del 19° secolo ha creato il quadro per il lavoro di fabbrica, per la moneta sonante e per il libero commercio. C'è il rischio che il settore post-capitalista coesista per decenni con il mercato, ma è in atto un importante cambiamento."
Nella visione di Mason, una società oltre il capitalismo coesisterà con il capitalismo per un certo periodo di tempo. Vale a dire, una società dove il lavoro è un fine in sé stesso coesisterà con questo nuovo lavoro collaborativo. Come faremo ad esprimere la differenza fra il lavoro che esiste come fine in sé (lavoro salariato) ed il lavoro collaborativo? E perché è necessario lo Stato per mediare queste due forme di lavoro e per fornire un quadro al lavoro che non esiste in quanto fine in sé?  La domanda è, perché è necessario lo Stato per fornire un quadro al lavoro che non produce valore? Che cos'è in Wikipedia, un progetto collaborativo di volontari, che richiede uno Stato? La domanda diventa ancora più urgente se realizziamo che lo Stato stesso è soltanto lavoro in una particolare forma. L'intero settore statale è semplicemente consumo improduttivo di valore prodotto dal lavoro precedentemente speso.

Qui, Mason paragona l'attuale transizione della società alla transizione dal feudalesimo al capitalismo. Ma dimentica di menzionare il fatto che lo Stato stesso si nutriva del plusvalore prodotto in entrambi i modi di produzione. Come si può supporre che lo Stato viva del lavoro volontario speso su Wikipedia, dal momento che questo lavoro non assume la forma di merce ed il lavoro speso in esso non produce valore? Senza rendersene conto, Mason propone che il lavoro come fine in sé domini l'attività collaborativa finché i due lavori coesistono.
Infatti, in questa transizione, lo Stato svolge un rulo del tutto diverso da quello che crede Mason: esso serve come ostacolo all'abolizione del capitalismo; ruolo che svolge, almeno in parte, imponendo un severo monopolio intellettuale artificiale all'informazione per mezzo della proprietà dei diritti.

Può essere vero - come sostiene Mason - che l'informazione digitale vuole essere gratuita, ma difficilmente è questo il problema con la transizione ad una società post-capitalista. Per un radicale, non è molto difficile capire che l'informazione vuole essere gratuita dal momento che, come merce, l'informazione appare effimera, non sostanziale, immateriale e quindi non realmente una merce nel senso che noi diamo a tale termine. Da quando Guttenberg ha introdotto la stampa, il costo del trasferimento, o riproduzione, dell'informazione è crollato fino ad un'infinitesima parte di quello che era una volta, quando la riproduzione della conoscenza richiedeva giorni, settimane o perfino mesi di scrupoloso lavoro manuale. Pochi delle nuove generazioni realizzano che l'informazione, la stessa conoscenza, era una volta il bene più prezioso per i membri più facoltosi della società. Oggi, ci vogliono pochi minuti di googling per richiamare quasi tutta la conoscenza che l'umanità ha acquisito negli ultimi cinquemila anni.

Il problema più grosso - espresso nella forma opposta dello sforzo straordinario, da parte delle autorità monetarie del mercato mondiale, di indurre inflazione - è che sia le merci che il lavoro vogliono essere gratuite. La società si trova quindo di fronte alla possibilità molto concreta che i prezzi di ogni cosa che produce, e la forza lavoro stessa, tendano a zero. La traiettoria dei prezzi, la deflazione, colpisce non solo il capitale, ma anche il lavoro ed i suoi salari. Il costo insignificante per riprodurre informazione è niente paragonato ai progressi in agricoltura negli Stati Uniti: qui, un compito che prima occupava la parte migliore della vita di quasi tutti gli esseri umani - produrre cibo - ora richiede il lavoro di meno della metà dell'1% della popolazione.

Oggi, quello che terrorizza i nostri pensatori radicali è che il lavoro stesso vuole essere gratis, cosa che implica, soprattutto, che i salari stanno andando a zero. Niente di quello che facciamo può impedire che questo accada. E nessuno sa che cosa fare in proposito, tranne che speculare sulle possibili forme di lavoro oltre il "lavoro come fine in sé", vale a dire, il capitalismo.


fonte: The Real Movement

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