On veut du fric avant le RIC !
Prima del referendum, fuori la grana!
In seguito all'ondata di austerità che, a partire dagli anni 2000, e fino alla fine degli anni 2010, ha colpito l'Europa, in molti paesi si può osservare una crescente sfiducia nei confronti dei vecchi partiti amministratori, come il Partito Socialista, o l'Unione per un Movimento Popolare, in Francia. I partiti socialdemocratici e i grandi partiti di destra, man mano che mettevano in atto quelle che erano delle misure di inasprimento delle condizioni lavorative, hanno assistito al dissolversi del loro elettorato. Mentre nelle elezioni in Grecia del 2015, il Partito Socialista, che aveva varato delle misure di austerità, cedeva il suo posto ad un partito quasi nuovo, Syriza [*]. In Francia, dopo gli anni '80, in cui abbiamo assistito all'alternanza fra Partito Socialista ed Unione per un Movimento Popolare [di Nicolas Sarkozy], nel 2017 questi due mastodonti hanno ceduto il posto ad un altro partito del tutto nuovo. la Repubblica in Marcia. Questo disimpegno nei confronti dei vecchi partiti, o contro i nuovi partiti che applicavano la medesima politica, ha dato luogo a delle nuove rivendicazioni che reclamano una maggior democrazia diretta ed auto-organizzazione. L'abbiamo visto nel 2016, durante le «Nuit Debout» e in altri movimenti di piazza (Occupy, negli Stati Uniti, piazza Tahrir in Egitto, nel 2011, ecc.). Ora, lo vediamo da un mese anche con i gilet gialli con quella che è l'affermazione di una maggior partecipazione politica attraverso il RIC [Referendum di Iniziativa Cittadina].
In sé, la richiesta del RIC, una domanda di controllo del proletari sulle istituzioni borghesi , sembra a prima vista legittima. Ma vediamo che questo strumento esiste già in altri paesi, come l'Italia, la Svizzera, o anche gli Stati Uniti (a livello statale). Solo che in questi tre esempi, in materia di giustizia sociale non è cambiato niente : in Italia, dove ci sono molti lavoratori che vengono pagati 3€ l'ora, non c'è alcun SMIC [Salaire minimum interprofessionnel de croissance]. Quanto alla Svizzera, si tratta di una paese ad alto reddito (che è anche un paradiso fiscale) e finora i referendum locali non hanno affatto abolito il dominio dei ricchi. E negli Stati Uniti, il Salario Minimo è a 6€ l'ora, ma senza servizi pubblici (nessuna copertura sanitaria se non si ha un lavoro a tempo pieno, niente università gratuita...). In breve, come per il referendum del 2005 in Francia, i referendum in questi paesi non hanno cambiato niente, o quando è successo che i politici, manipolando le modalità di voto, sono riusciti a far passare le peggiori misure hanno addirittura peggiorato la situazione.
Per il governo, il RIC costituisce una cortina fumogena per deviare la rabbia sociale ed impedire al movimento di guadagnare slancio, riportandolo sulla retta strada della democrazia parlamentare. Serve a mantenere al potere Macron per dargli il tempo di far votare la riforma costituzionale, quindi proporre una petizione per un referendum, e poi rivotare, e tutto questo per arrivare dove ci troviamo oggi.
Il RIC, significa rimettersi alle istituzioni della borghesia al potere, lasciandole non solo fissare le modalità del ballottaggio, ma anche la loro attuazione. Significa fidarsi dei politici per ristabilire una «democrazia» che hanno sempre controllato, come nell'Assemblea Nazionale. Questo terreno non è quello dei proletari, ma quello delle élite dominanti!
Anziché fare ricorso al voto individuale, noi riteniamo (e lo stiamo attualmente constatando) che la nostra forza risieda a livello dell'azione collettiva, nelle assemblee cittadine, di quartiere, di rotonda, nei luoghi dove decidiamo insieme cosa deve fare il movimento. È stato dopo le Assemblee Generali che abbiamo scelto di fare delle azioni di blocco economico, e tutti insieme siamo ritornati nella strada per riprenderci i quartieri borghesi di Parigi!
Il nostro potere si trova nelle Assemblee Generali e sulle rotatorie, in modo da non rimanere soli davanti alla cabina elettorale: spalleggiarci nelle lotte locali, creare delle banche dello sciopero, organizzarsi in dei collettivi locali (immigrati clandestini, disoccupati..., è questo che costituisce la nostra forza contro i politici.
La storia del movimento operaio ci dimostra che la giustizia sociale in termini di diritto del lavoro, del salario, dell'uguaglianza di genere, dei diritti degli LGBT [lesbiche, gay, bisessuali e transgender], è stata ottenuta solo per mezzo delle lotte, che hanno sempre preceduto le leggi. Le democrazie borghesi cedono solamente sotto i colpi dei rapporti di forza!
Costruiamo la lotta nelle nostre Assemblee Generali e lottiamo per un'autodifesa di classe!
Pubblicato su Agitations il 3 febbraio 2018
[*] - Va notato come i movimenti di piazza durante le Primavere Arabe del 2011 siano serviti da piattaforma politica per il rinnovamento del parlamentarismo, dal momento che hanno dato luogo all'elezione dell'attuale governo greco, e in minor misura al Partito Podemos in Spagna. In Grecia, all'inizio degli anni 2010, i militanti di Syriza erano molto attivi nelle assemblee greche, e in quel periodo hanno fatto conoscere il loro partito (nato nel 2004), così come è successo con Podemos in Spagna.
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