mercoledì 7 febbraio 2018

"Ecco il nostro filosofo..."

JosefDietzgen

«Entusiasmato dalla lettura del primo volume del 'Capitale' apparso nel 1867, [Josef Dietzgen] si decise a scrivere il 24 ottobre 1867 a Marx, che non conosceva personalmente, per informarlo delle sue "aspirazioni scientifiche" e sottoporgli le proprie opinioni filosofiche. In questa densa lettera, Dietzgen, ricordata l'attenzione con cui aveva studiato 'Per la critica dell'economia politica' e l'impazienza con cui aveva atteso il seguito, comunicava a Marx tutta la sua profonda ammirazione per la nuova opera, che esprimeva "per la prima volta in forma scientifica, chiara e irresistibile, ciò che d'ora innanzi sarà la tendenza 'cosciente' dello sviluppo storico, quella cioè di subordinare alla coscienza umana la forza naturale, finora cieca, del processo sociale di produzione».

Alla lettera, che conteneva anche un breve schizzo della propria filosofia, su cui Dietzgen chiedeva il parere di Marx, seguì l'invio del manoscritto della "L'Essenza del lavoro mentale umano"; e l'opera, letta poi anche da Engels, costituirà argomento di uno scambio di impressioni e giudizi assai favorevoli tra i due fondatori del materialismo storico. Prova ne è il tono della risposta che Marx fece pervenire a Dietzgen poco più tardi:

«Quando mi sarò scrollato di dosso il peso dell'economia, scriverò una 'dialettica'. Le vere leggi della dialettica sono già contenute in Hegel, sebbene in forma mistica. Bisogna eliminare questa forma...».

Tornato in Germania nel 1869, a Siegburg, dove ricevette nel settembre 1869 anche una visita di Marx , e dove fondò poco dopo una sezione dell'Internazionale, Dietzgen vi rimase fino al 1884, scrivendo su questioni varie di economia e di filosofia per il "Demokratischen Wochenblatt", precursore del "Volksstaat", per il "Vorwärts", la "Neue Gesellschaft", il "Sozialdemokrat", la "Neue Zeit" e la "New Yorker Volkszeitung". Alcuni suoi saggi dedicati al primo libro del 'Capitale' e apparsi sul "Demokratischen Wochenblatt", furono ricordati molto elogiativamente da Marx nel poscritto alla seconda edizione della sua opera principale". [*]

Nel giugno del 1884, poiché sotto la spinta dell'industrializzazione della Germania e del regime di forte concorrenza la sua piccola impresa d'artigiano era andata a rotoli, Dietzgen fu costretto a emigrare per la terza volta in America risiedendo prima a New York, dove diresse per qualche tempo il giornale "Der Sozialist", e poi, dall'inizio del 1886, presso il figlio Eugen, a Chicago. Qui, secondo la colorita descrizione di Friedrich Adolph Sorge, che ebbe modo di conoscerlo e frequentarlo in quegli anni, «questo vecchio signore dalla statura erculea e dall'aspetto simile a quello che si ritrova nelle statue degli antichi greci» prese parte alle lotte del partito socialista americano collaborando e in qualche occasione dirigendone anche il giornale; e qui scrisse nel 1886 anche le sue celebri 'Streifzüge eines Sozialisten in das Gebiet der Erkenntnistheorie' (Incursioni di un socialista nel campo della teoria della conoscenza), nonché 'Das Akquisit der Philosophie' (L'acquisizione della filosofia, 1887), che costituisce probabilmente la sua opera migliore, opera che verrà poi pubblicata postuma insieme ad alcune delle 'Briefe über Logik' (Lettere sulla logica), composte tra il 1880 e il 1883.

da: [Paolo Sensini, Introduzione a: Josef Dietzgen, L'essenza del lavoro mentale umano e altri scritti ['L'acquisizione della filosofia'], Udine Milano, 2009]

[*] L'apprezzamento di Marx nei confronti dell'opera dietzgeniana era stato tale che, non riuscendo più a trovare fra gli appunti il suo indirizzo postale, aveva tentato a più riprese di riottenerlo: «Ha forse ricevuto da lui [da Diezgen] l'indirizzo?» - scriveva il 5 dicembre 1868 a Ludwig Kugelmann – « La mia coscienza (...) mi tormenta per aver lasciato Dietzgen tanto tempo senza risposta» (MEW, vol XXXII, p. 579;)

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