sabato 30 dicembre 2017

Arabesco

asiatico

In un saggio sul "discorso di Foucault" ("La storiografia dell'anti-umanesimo", pubblicato nella raccolta "The Content of the Form"), Hayden White afferma che la retorica dell'autore di "Sorvegliare e punire" sia deliberatamente contraria alla "chiarezza" dell'eredità cartesiana. Contro l'«Atticismo» della generazione precedente, Foucault sarebbe "Asiatico". Ancora una volta, la questione torna ad essere quella di "Greci e Barbari".
Una questione che ha un'importanza significativa nella storia della filosofia, nella storia della letteratura - dove lo stile pende, ora dalla parte del "Greco", ora dalla parte dello "Asiatico". White sottolinea che si tratta di una caratteristica che non è solamente di Foucault, bensì di tutta una "generazione" (Deleuze, Barthes, Derrida, Lyotard?). La questione è centrale anche per Deridda, soprattutto per quel che attiene alla sua lettura incrociata di Hegel e di Kant: laddove, nel sistema di Hegel, Kant occupa la posizione dello "ebreo" - dice Derrida - mentre Levinas la occupa nel sistema di Heidegger. Un tema che poi Derrida recupera anche in James Joyce: nel saggio su «Violenza e metafisica», che fa parte de «La scrittura e la differenza», parlando di Levinas, Derrida recupera una frase dello "Ulisse" di Joyce:
«Woman's reason. Jewgreek is greekjew. Extremes meet.» ["Ragionamento da donna. L'ebreo-greco è greco-ebreo. Gli estremi si toccano."]
L'assunto circola! Lo si trova nella lettura che Edward Said fa di Freud, quando propone un asse obliquo, "asiatico", fra Freud e i non-europei; o ancora, in Peter Sloterdijk, quando parla di Derrida come di un "egizio" (riprendendo, nel far questo, anche Hegel e la lettura di Hegel fatta da Derrida nel suo saggio «Il pozzo e la piramide. Introduzione alla semiologia di Hegel»); Guy Davenport, da parte sua, scrive che «l'intuizione più produttiva di Oward Spengler è stata quella di suddividere le culture del mondo in tre grandi stili: l'apollineo, o greco-romano; il faustiano, o nord-europeo; ed il magiaro, o asiatico e islamico», e quel che è più interessante, conclude, «è che le categorie di Spengler sono esattamente quelle di Edgar Allan Poe [nel suo "Racconti del grottesco e dell'arabesco"]».

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