martedì 22 agosto 2017

Ultimatum

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"Fatelo così": "Star Trek" ed il suo debito col Socialismo Rivoluzionario
- di A.M. Gittlitz -

"La macchina del Tempo", il fondamentale libro di fantascienza di H.G. Wells, aveva predetto un futuro in cui la piccola utopia di un'allegra élite viene mantenuta in vita da una sottoclasse che vive nel sottosuolo e che è stata ridotta ad uno stato di violenza bestiale. Questa predizione, spinta ed amplificata secondo una logica orrorifica, rappresentava l'intensa disparità di ricchezza dell'Inghilterra vittoriana, nella quale Wells aveva scritto il romanzo. A giudicare dalle principali narrazioni politiche della nostra epoca, film come "The Hunger Games", "Elysium" e "Snowpiercer", la certezza di un futuro presentato reso sempre più barbaro dalla divisione di classe rimane sostanzialmente la stessa.
Ma non è sempre stato così. Nel 1920, Wells incontrò Vladimir Lenin, un visionario costruttore di mondi che aveva pianificato "l'inizio di un'epoca di esperimenti senza limiti" per ricostruire ed industrializzare il suo paese dopo lo sfacelo degli anni della guerra, abolendo in questo processo la società divisa in classi. Wells rimase impressionato dal rivoluzionario pragmatico e dalla sua pianifica "utopia degli elettricisti".
Se Wells fosse stato meno scettico rispetto al comunismo e si fosse unito al partito, egli non sarebbe stato il primo dei pensatori fantascientifici, o futurologhi, a farlo. Alexander Bogdanov, un rivale di Lenin della prima ora, aveva scritto "Red Star", un romanzo utopico su una colonia comunista su Marte dove tutto era in comune e la durata della vita era stata notevolmente accresciuta grazie all'uso del "parabiosis", la condivisione reciproca del sangue. Insieme ad Anatoly Lunacharsky e Maxim Gorky, Bogdanov aveva proposto un programma di "Costruzione di Dio", che avrebbe sostituito i riti ed i miti della Chiesa ortodossa attraverso la creazione di una religione ateistica.
Da parte sua, Gorky era un fan del "Cosmismo" di Nikolai Fyodorov e Konstantin Tsiolkovsky, uno scienziato ed un filosofo mistico che proponevano l'esplorazione dello spazio e l'immortalità per la razza umana. Quando Lenin morì, quattro anni dopo l'incontro con Wells, i versi del poeta futurista  Vladimir Mayakovsky, "Lenin visse, Lenin vive, Lenin vivrà per sempre!", sono diventati non solo uno slogan statale, ma anche un obiettivo scientifico. Questi Biocosmisti-immortalisti, per quanto ne sapevano, credevano che gli scienziati socialisti, liberati dalle costrizioni dovute al profitto capitalista, avrebbero scoperto come abolire la morte e come riportare indietro dalla morte i loro compagni. Il cadavere di Lenin rimane conservato per l'occasione.
Bogdanov morì durante uno dei suoi esperimenti di condivisione del sangue, ed altri sogni futuristi sono stati abbandonati a causa delle priorità industriali e militari che hanno portato alla seconda guerra mondiale. Nel periodo del dopoguerra, tuttavia, gli scienziati che si ispiravano al Cosmismo hanno lanciato lo Sputnik. Il debole lampeggiare nella notte del satellite segnalava un'era di immenso potenziale umano che tentava di sfuggire a tutte le limitazioni naturali e politiche, con la medesima probabilità di distruggere tutto in poche ore.

Nutrite da questa tensione, fantascienza e futurismo sono entrate nella loro "epoca d'oro" degli anni '50 e '60, prevedendo il luminoso futuro che avrebbe preso il posto della Guerra Fredda. I progressi tecnologici avrebbero automatizzato la società; la necessità di lavoro sarebbe scomparsa. La ricchezza industriale sarebbe stata distribuita come reddito di base universale, e ci sarebbe stata un'era di vitalità e di tempo libero. L'essere umano avrebbe continuato a viaggiare nello spazio, creando colonie extra-terrestri e forse facendosi nuovi amici extra-terrestri in un tale processo. Nel 1966, in una delle rare collaborazioni attraverso la Cortina di Ferro, l'astronomo Carl Sagan scrisse insieme a Iosif Shklovosky il libro "Vita intelligente nell'Universo". Quest'opera di ottimismo astrobiologico proponeva che gli umani tentassero di contattare i loro vicini galattici.
L'interesse per la vita aliena non era solo dominio degli scienziati e degli scrittori di fantascienza. Gli Ufo svolazzavano per tutto il mondo catturando l'attenzione della cultura pop, e molti credevano che i dischi volanti fossero qui per metterci in guardia, o addirittura per salvarci, dal pericolo delle armi nucleari. Nel bel mezzo della rivolta operaia e studentesca del 1968, il leader troskista argentino noto col nome di J.Posadas scrisse un saggio in cui proponeva la solidarietà fra la classe operaia ed i visitatori alieni. Egli sosteneva che il loro progresso tecnologico significava che si trattava di socialisti e che avrebbero potuto offrirci la tecnologia che avrebbe liberato la Terra dalle grinfie dell'imperialismo Yankee e da quello degli stati burocratici dei lavoratori.
Un simile punto di vista era meno marginale e più influente di quanto si poteva pensare. A partire dal 1966, la trama di "Star Trek" aveva cominciato a seguire da vicino le proposizioni di Posadas. Dopo una terza guerra mondiale nucleare (che anche Posadas riteneva che avrebbe portato alla rivoluzione socialista), gli alieni di Vulcano avrebbero visitato la Terra, accogliendoci in una federazione galattica e fornendoci una tecnologia di "replicatori" che avrebbe abolito la scarsità. Ben presto gli esseri umani si sarebbero uniti in quanto specie, abolendo formalmente il denaro e tutte le gerarchie di razza, genere e classe.
«Negli ultimi 300 anni sono cambiate un bel po' di cose,» spiega il Capitano Picard ad un imprenditore del XX secolo che in un episodio dell'ultima incarnazione di "Star Trek", "The Next Generation", è stato criogenicamente scongelato. «La gente non è più ossessionata dall'accumulazione di cose. Abbiamo eliminato la fame, la misera, il bisogno di possedere. Siamo cresciuti e siamo usciti dall'infanzia.»
Proprio per questa sua continua popolarità, un simile ottimismo era insolito nel genere. La nuova ondata di fantascienza della fine degli anni '60, caratterizzata da J.G. Ballard e da Philip K. Dick negli Stati Uniti e dai fratelli Strugatsky e da Stanislaw Lem all'Est, presentava delle trame che avevano rimosso questo tema degli esseri umani che si salva per mezzo della sua propria razionalità.
Anche le grandi proposte dei futuristi degli anni '60 erano scomparse. insieme al brusco voltafaccia del periodo fordista della crescita economica del dopoguerra. Al posto dell'automazione e del reddito garantito, i lavoratori avevano avuto austerità e deregolamentazione. Il teorico marxista Franco Berardi aveva descritto questo periodo come quello in cui un intrinseco ottimismo per il futuro, che faceva parte del socialismo e del progressivismo, è svanito nel nichilismo "no future" del neoliberismo e dell'economia thatcheriana, che continua a ripetere che "non c'è alternativa".

La caduta dell'Unione Sovietica ha cementato questa "fine della storia", nella frase di Francis Fukuyama, ed ha segnato un ritorno alla narrazione del futuro tardo-capitalista distopica, come quella de "La macchina del Tempo". Due dei più popolari film di fantascienza degli anni '90 sono stati "Terminator 2" e "The Matrix", i quali hanno presentato entrambi in mondo in cui il capitale ha trionfato ed il suo macchinario non avrebbe liberato l'umanità, ma l'avrebbe governata. Il recente successo di "The Road", "The Handmaid's Tale" e di "Walking Dead" predice in modo simile i violenti futuri i cui solo piccoli movimenti di resistenza sotterranea lottano per tenere accesa la fiamma morente dell'umanità.
Uscito nello stesso anno di "Star Trek: Primo contatto" - ed con un incasso di tre volte rispetto ad esso - "Indipedent Day" ci racconta una storia diametralmente opposta a quella del Posadismo, in cui coloro che si riuniscono per salutare gli alieni e dichiarare il loro coinvolgimento militare con essi sono i primi ad essere inceneriti dalle armi ad energia dagli extraterrestri (Nella visione wellsiana del 1897 di un'invasione aliena, "La Guerra dei Mondi", la bandiera bianca che sventola per dare il benvenuto degli umani, è simile).
Il grottesco mondo della fantascienza speculativa suprematista bianca degli anni '70, "Il Campo dei Santi" di Jean Raspail - cui si è recentemente riferito Steve Bannon, stratega della Casa Bianca - ha un plot simile. Una flotta di navi di rifugiati appare al largo della costa francese, chiedendo un porto sicuro, ma ben presto diviene evidente che la nave è un Cavallo di Troia. Da questo si innescherà un'invasione dell'Europa e degli Stati Uniti.
La recente crescita del populismo di destra indica una frattura sempre più grande nel consenso neoliberista del centrismo ideologico. Da questa breccia, stanno fuoriuscendo di nuovo le passate visioni del futuro. Peter Thiel, Elon Musk e Mark Zuckerberg si sentono autorizzati ad avere il potere di proporre scenari fantascientifici, tipo la colonizzazione dello spazio e l'economia post-scarsità, come soluzione agli attuali problemi sociali. Tuttavia, rimangono assenti i movimenti sociali di massa del XX secolo che richiedono la democratizzazione della ricchezza sociale e della politica. Mentre i rapidi cambiamenti nell'ordine sociale che sono il sogno dei distruttori della Silicon Valley stanno acquisendo un'aura di inevitabilità, un mondo assente di intensa povertà e di ostilità intollerante sente di non essere immaginabile.

Poco dopo la seconda guerra mondiale, Wells era diventato così convinto del destino dell'umanità, nel quale non c'era una rivoluzione mondiale, da voler rivedere l'ultimo capitolo di "Una breve Storia del Mondo" per includervi l'estinzione dell'umanità. Oggi ci è rimasto un simile fatalismo, che ci permette di argomentare secondo i suggerimenti eliminazionisti dell'estrema destra, per cui si possa in effetti rinchiudere il mondo con un muro, lungo linee di classe, di nazionalità e di razza, anche se questo condannerebbe milioni di persone a morte.
Se nel XXI secolo l'umanità dev'essere salvata dalla sua discesa nell'abisso, allora dobbiamo ricordarci le parole pronunciate dal visitatore alieno del film di fantascienza del 1951, il classico "Ultimatum alla Terra".
«Unitevi a noi e vivete in pace», diceva Klaatu, «o continuate su questa strada e affrontate l'annientamento.»
Io penso a questa frase come ad un'utile parafrasi dell'ultimatum rivoluzionario di Rosa Luxemburg: "Socialismo o barbarie."

- A.M. Gittlitz - Pubblicato sul New York Times del 24/7/2017 -

1 commento:

Anonimo ha detto...

oh guerra oh rivoluzione !