giovedì 3 agosto 2017

Scienza dell’Ascolto

scienza ascolto

Karl Kraus non era un ascoltatore, e nemmeno di quelli che ascoltano tutto con entusiasmo - sebbene fosse evidente che la dimensione potenziale degli scritti provenienti da Kraus era frutto di un attento ascolto di quello che accadeva intorno a lui. Ed è esattamente questo ciò che poi accadrà con Freud, personaggio insieme a Russell e ad Einstein di questo teatro della degenerazione, così come viene visto da Wittgenstein nella vetrina di una libreria.
Kraus e Freud rimangono per sempre uniti nella celebre frase del primo:

«La psicanalisi e quella malattia mentale di cui essa stessa ritiene essere la terapia.»

Se Kraus dà inizio a Die Fackel nel 1899, quello è anche l'anno in cui Freud inizia il progetto della psicoanalisi, attraverso l'Interpretazione dei Sogni, allontandanosi dall'Ipnosi per andare verso l'Inconscio (ma bisogna ricordare che, ancora nel 1912, è lo stesso Wittegenstein a farsi ipnotizzare). L'intento di Freud è quello di fare dell'Ascolto una scienza, creando una serie di procedimenti - l'associazione libera, l'attenzione fluttuante - per organizzare un ascolto con fini terapeutici ("si fa luce nel mio orecchio" è una frase che potrebbe pronunciare anche Freud, così come fa Canetti, dato che la "luce è una rivelazione delle associazioni fatte dagli analisti e dagli analizzati”).

Ma se nel 1930 Wittgenstein vede il ritratto di Freud (insieme a quello di Einstein e Russell) nella vetrina di una libreria e lo collega alla degenerazione della cultura (se paragonato al ritratto di Beethoven), pochi anni prima, ironicamente, Wittgenstein era stato posto insieme a Freud e ad Einstein fra i grandi geni viventi.

Si trattava di una lettera scritta nel 1924 da Frank Ramsey, matematico inglese moro a 26 anni nel 1930:
«Viviamo davvero in un grande momento per il pensiero, con Einstein, Freud e Wittgenstein, i quali sono tutti vivi (e vivono tutti in Germania o in Austria, in queste nemiche della civiltà!(Ludwig Wittgenstein: The Duty of Genius, p. 224).
Ramsey, forse senza saperlo, offre una sorta di compendio di quello che avvicina Kraus, Wittgenstein e Spengler (e che più tardi avvicinerà altri, come Bernhard Thomas, Sebald o Jean Améry): 

Germania ed Austria, una volta vertici, ora sono avversari della civiltà, nemici della "civiltà".

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