sabato 20 luglio 2013

I granatieri di Proudhon

luxor

"Il capitalista, si dice, ha pagato le giornate degli operai; per essere esatti, bisogna dire che il capitalista ha pagato, ogni giorno, una giornata a quanti operai ha impiegato, ciò che non è affatto la stessa cosa. Perché questa forza immensa che risulta dall'unione e dall'armonia dei lavoratori, dalla convergenza e dalla simultaneità dei loro sforzi, egli non l'ha pagata per niente. Duecento granatieri hanno alzato sulla sua base in qualche ora l'obelisco di Luxor; si suppone che un sol uomo, in duecento giorni non sarebbe pervenuto ad alcun risultato. Separate i lavoratori gli uni dagli altri e può anche darsi che il salario corrisposto a ciascuno superi il valore del prodotto individuale: ma non è di questo che si tratta. L’opera compiuta in venti giorni da una forza di mille uomini è stata pagata quanto lo sarebbe quella compiuta dalla forza di un singolo in cinquantacinque anni; ma questa forza di mille uomini ha fatto in venti giorni quel che la forza di uno solo non riuscirebbe a portate a termine in un milione di secoli: è giusto questo mercato?"

Quest'idea, fondamentale, di Proudhon, Marx la trova già espressa in Thomas Sadler, un economista inglese, nel 1830.

"Il lavoro combinato dà risultati che il lavoro individuale non potrebbe mai produrre. Man mano che l'umanità aumenterà di numero, i prodotti del lavoro complessivo eccederanno di molto la somma risultante da una semplice addizione di quest'aumento... Nelle industrie meccaniche, come nel campo scientifico, un uomo può fare oggi in un giorno più di quanto un individuo isolato potrebbe fare in tutta la sua vita. L'assioma dei matematici che il tutto è uguale alla somma delle parti, non è più vero se applicato al nostro caso. Quanto al lavoro, questo grande pilastro dell'esistenza umana (the great pillar of human existence), si può dire che il prodotto degli sforzi accumulati eccede di molto tutto quello che gli sforzi individuali e separati possano mai produrre." (Th. Sadler, "The law of population", London 1830.)

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