Capitan Jack White, l'ideatore ed il fondatore, nel 1913, dell'Irish Citizens Army, la prima milizia operaia della storia, nata per proteggere i picchetti operai dagli assalti della polizia metropolitana di Dublino e dalle gang pagate dai padroni. Ha 57 anni, nel 1936, quando arriva in Spagna con una colonna di auto-ambulanze. Rimarrà affascinato dalla rivoluzione spagnola e dalle collettività della CNT, arrivando, a battersi, in armi, contro gli stalinisti, nelle giornate del maggio 1937.
UN RIBELLE A BARCELLONA - Le prime impressioni spagnole -
Sono arrivato a Barcellona come amministratore della seconda unità della Croce Rossa inglese. Insieme a due infermieri, dovevo trovare un luogo adatto, da qualche parte sul fronte di Teruel, per impiantare un ospedale. Purtroppo l'unità è stata cancellata, eccetto per quattro ambulanze che ora sono in viaggio da qualche parte tra Parigi e Barcellona. Alcune di queste ambulanze andranno, credo, alla prima unità a Grañen. Finché non arrivano, in ogni caso, non ho niente da amministrare e niente da fare, così un amico della CNT-FAI mi ha chiesto di scrivere le mie impressioni per la radio o per la stampa.
La mia prima e più profonda impressione che ho ricevuto, è stata quella della nobiltà naturale del popolo catalano. Ho avuto questa impressione fin da Port Bou, dove abbiamo dovuto passare sei ore in attesa del treno per Barcellona. Un sole splendente mi tentava a fare una nuotata nella baia. Dopo essermi spogliato, ho lasciato la mia giacca, con dentro circa 80 sterline inglesi in tasca, sugli scogli vicino ad una strada frequentata, con un senso di completa sicurezza. Mezz'ora in Catalogna, e qualche conversazione nel mio povero spagnolo, mi faceva già sentire che ero tra amici, che avevano apprezzato lo sforzo dei lavoratori e degli intellettuali inglesi venuti ad aiutare la loro causa. Non avrei mai rischiato una tale grossa somma di denaro, lasciandolo incustodito in un qualsiasi luogo per fare un bagno in Inghilterra. Qui ho sentito che era custodito dalla solidarietà rivoluzionaria della Catalogna e perfino della solidarietà internazionale della classe operaia, di cui ora la Catalogna è il baluardo.
Questa impressione di onore e di ordine rivoluzionario è stata confermata da tutto quello che ho visto, e vissuto, durante la settimana in cui sono stato a Barcellona. Una volta, dopo una mattinata passata a correre di qua e di là per compiere i passi necessari ad andare a Valencia - questo, prima della cancellazione dell'unità, quando dovevo andare al fronte per trovare un posto per il nostro ospedale, il più presto possibile - ho inavvertitamente pagato il tassista quattro pesetas più del dovuto. Me li ha restituiti, dicendomi "eso sobra". Questo è successo mentre stavo varcando la porta del Comitato Regionale della CNT-FAI, il quartier generale di quei terribili anarchici, dei cui misfatti si legge tanto oggi sulla stampa capitalista. Non intendo entrare in polemica, filosofica o politica, registro semplicemente le mie esperienze, senza paure o favoritismi. E 'un fatto, che le chiese di Barcellona sono state bruciate, e molte di esse, i cui tetti e i cui muri sono ancora in piedi, vengono usate come ambulatori o come spacci, anziché come fortezze, cosa che avevano fatto in precedenza i fascisti. Ho il sospetto che la loro funzione attuale sia più vicina ai fini di una religione basata dal suo fondatore sull'amore per Dio e per il prossimo. Comunque sia, la distruzione delle chiese non ha distrutto l'amore e l'onestà in Spagna. Se non ci si basa sull'amore di Dio, ci si basa sulla fratellanza, sull'altruismo ed il rispetto di sé, tutte cose che devono essere vissute, per poterci credere. Mai, finché non sono arrivato nella Barcellona della rivoluzione, avevo visto i camerieri, e perfino i lustrascarpe, rifiutare una mancia! Qui, il rifiuto di qualsiasi cosa che eccede il prezzo esatto di un servizio è invariabile, come la cortesia con cui viene svolto. Questa cortesia riesce a farti sentire, per la tua mancia, un borghese ottenebrato, incapace di cogliere il rispetto di sé dei lavoratori. Ho imparato la lezione fin dal primo giorno. Ed ora non li offendo più.
Avrete sentito parlare, senza alcun dubbio, della rivolta di Dublino del 1916. Quella rivolta è vista oggi come puramente nazionale, i cui obiettivi non sarebbero andati oltre l'indipendenza nazionale dell'Irlanda. E' stato convenientemente dimenticato che non solo c'era un programma sottoscritto dai leader "borghesi" che aveva uno spirito di estrema democrazia liberale, ma che anche, insieme ai leader borghese, c'era James Connolly, un socialista internazionalista, che alcuni considerano il più grande combattente ed organizzatore rivoluzionario del suo tempo. Al comando dell'Irish Citizen Army, che io avevo fondato, egli fece causa comune con i separatisti repubblicani contro il nemico imperiale. Si era nel mezzo di una grande guerra. La rivolta venne spietatamente soppressa dall'Inghilterra e sedici dei capi vennero giustiziati. Connolly stesso, nonostante fosse ancora gravemente ferito - era nell'Ufficio Postale di Dublino quando venne colpito e raso al suolo da una cannoniera - fu legato ad una sedia e fucilato da un plotone di esecuzione.
Qui in Catalogna, l'unione della classe operaia e della nazione inizia sotto auspici migliori di quanto fossero possibili in Irlanda. In Catalogna la ricostruzione interna socialista va di pari passo con la lotta armata contro il fascismo spagnolo e internazionale. Siete più avanti di noi nel sindacalismo anarchico e nella costruzione socialista. Siete più avanti di noi nel trattare con la minaccia clerico-fascista. Spesso e ripetutamente in Irlanda, il movimento rivoluzionario repubblicano fa un po'di strada verso il socialismo, e subito corre indietro terrorizzato, quando la Chiesa cattolica romana smette il suo finto tuonare di condanna e di scomunica.
Io provengo da una famiglia protestante dell'Ulster. C'è un detto in Ulster (la provincia a nord-est dell'Irlanda) "Roma è un agnello nelle avversità, un serpente nella normalità ed un leone nella prosperità". Sono lieto che in Catalogna abbiate reso Roma un agnello. In Irlanda, Roma è ancora un leone, o meglio un lupo travestito da pecora. I sacerdoti infiammano la folla e poi fingono di deplorare la violenza di massa che hanno istigato. La scorsa Domenica di Pasqua, ho dovuto lottare per tre chilometri contro gli azionisti cattolici che ci hanno attaccato per le strade perché marciavamo per onorare la memoria dei morti repubblicani, caduti nella settimana di Pasqua del 1916.
In Irlanda, come in Spagna, sono stati i preti a dare inizio ai metodi di ferro e fuoco contro il popolo. Eppure, si lamentano amaramente quando le loro stesse armi vengono rivolte contro di loro.
Compagni della Catalogna! Nella vostra ora, quando tenete le barricate, non solo per voi stessi ma per tutti noi, vi saluto con la voce dell'Irlanda rivoluzionaria, un po' soffocata oggi, ma destinata a riconquistare la sua forza. Mi ritengo onorato di essere tra voi, per servire se posso essere utile in qualsiasi modo.
J. R. White
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