Ogni periodo storico sviluppa una sua propria ideologia pseudo-rivoluzionaria. Possono variare le sue forme, ma il contenuto essenziale è sempre lo stesso: questa ideologia, nonostante i suoi sempre nuovi abbellimenti rivoluzionari, non è altro che il riformismo spacciato per radicalismo. Coloro che lo praticano sono come sempre opportunisti e ciarlatani, le tattiche usate sono sempre volte ad ingannare e confondere. In questo particolare momento storico, diventa sempre più chiaro che il termine "anarchismo" si candida a rimpiazzare quelle ideologie diventate ormai inutili per la classe dominante. Con il crollo dell'autocrazia meglio conosciuta con il nome di Unione Sovietica, il "marxismo" non poteva più servire a continuare a svolgere il ruolo storico di ossificata ideologia "rivoluzionaria", e pertanto venne subito buttato nella pattumiera, per essere sostituito da un'altra forma di radicalismo di consumo. Il suo rimpiazzo non è nient'altro che l'anarchismo, fratello gemello del marxismo storico.
Un anarchismo che non è affatto la continuazione del pensiero e della pratica di quei milioni di uomini e donne che hanno combattuto sulle barricate, autogestite le loro fabbriche e le loro collettività, e piantato i semi per una forma nuova di società; non lo è più di quanto, quella mutazione, recentemente deceduta, conosciuta come "marxismo" fosse la continuazione del pensiero e della pratica di quei milioni di uomini e donne che hanno formato consigli operai, messo in atto scioperi generali, e combattuto per emanciparsi dalla loro esistenza di schiavi salariati.
Questo nuovo "anarchismo" non è nient'altro che il residuato di tutti i peggiori elementi dell'anarchismo: individualismo, primitivismo, anti-organizzativismo, riformismo, e terrorismo che si manifesta per mezzo di casuali atti di violenza che mancano di qualsiasi connessione organica con la lotta della classe operaia.
Nessuna teoria, se non quella di fare da appendice di sinistra ai partiti liberali del capitalismo. E nonostante le loro superficiali differenze e le loro dispute teoretiche (liberazione animale, liberazione della Terra ed altre simili assurdità), la pratica effettiva rivela chiaramente come tutti gli elementi di questa nuova ondata di finto radicalismo rappresentano una sola ed unica manifestazione di riformismo.
Il tipico neo-anarchico spesso è solo uno studente privilegiato dotato di un'intelligenza normale che un bel giorno ha trovato che il Partito Democratico non era sufficientemente radicale (anche se, in generale, lo era abbastanza per ottenere il suo voto nel corso delle elezioni capitaliste).
Invece di usare questo semi-risveglio come un trampolino di lancio verso una comprensione approfondita del pensiero radicale, della sua storia e della sua pratica, questo neofita ha immaginato che la sola strada che gli rimaneva era quella di mostrare al mondo lo pseudo-radicalismo appena scoperto. Ed il modo migliore per mostrarlo, e dimostrarlo, era quello di frequentare ed accompagnarsi ad una sottocultura locale e molto isolata. Una sottocultura priva di ogni coerenza teorica e pratica, ed unita solo da una sua estetica. In questo modo, il nostro giovane radicale impara la prima cosa sul neo-anarchismo: il bisogno di sostituire il radicalismo genuino con uno stile di vita 'rivoluzionario'. Così chi più ne ha più ne metta: il Dumpster-Diving (letteralmente "il tuffo nei cassonetti)e il veganesimo diventano rivoluzionari, e il desiderio di svolgere un'attività radicale si traduce in partecipazione ai black bloc (oggi, la caricatura di un'azione rivoluzionaria che si svolge in una situazione non-rivoluzionaria).
A parte vaghi riferimenti a termini come "autonomia" e "anti-autoritarismo", il neo-anarchico non sviluppa mai un'idea chiara a proposito di quale sia l'obiettivo finale, ed a causa di questa confusione a proposito dei fini sviluppa una serie distorta di mezzi. E questi mezzi si risolvono nelle stesse tattiche che hanno sempre usato i riformisti, quale che fosse la loro parvenza. Ragion per cui, il neo-anarchico vota, riciclando le solite trite banalità a proposito del minore dei due mali, senza mai riuscire a capire che la democrazia parlamentare serve solo alla borghesia.
Parimenti, il neo-anarchico crede fermamente che qualsiasi sindacato sia meglio di nessun sindacato, e cerca attivamente di organizzare i lavoratori dentro i sindacati capitalisti, senza comprendere che la loro unica ragione di esistere è data dal cercare di integrare la classe operaia dentro un sistema sociale che è oramai fallito, e non di aiutarla ad emanciparsi.
Tutto questo lo porta anche ad essere contro la creazione di organizzazioni, dal momento che tali atti sarebbero contro i principi dell'anarchismo (così come loro li hanno interpretati), che l'autonomia degli individui ne verrebbe seriamente compromessa (rivelando così la loro prospettiva teorica borghese che parte sempre dall'individuo astratto, e mai dalla concreta società umana).
L'anarco-liberale tralascia qualsiasi analisi della società capitalistica, che sottolinei la sua composizione economica di base e la sostituisce con la sciocca nozione che tutte le oppressioni sono completamente uguali (aprendo così la strada a molteplici alleanze fra borghesia e proletariato).
Il neo-anarchico pensa meccanicamente che 'nessuna pubblicità è cattiva pubblicità' e che i media, un'entità che suppone neutra, possono essere usati come un alleato che simpatizza per la tua causa. Il nuovo 'anarchico' supporta l'idea reazionaria dell'autodeterminazione per le nazioni, senza pensarci, agitando una bandiera di Hezbollah o una bandiera dell'Iraq per una dimostrazione (in questo caso particolare, letteralmente, non è cambiato nulla dai tempi dell'"anti-imperialismo" dei leninisti).
Il neo-anarchico, come i suoi antenati socialdemocratici e leninisti, non ha mai realmente rotto con il liberalismo. Oggi, il nuovo 'anarchico' è semplicemente lo stesso vecchio riformista che indossa un abito diverso e parla una lingua leggermente diversa: un liberale che porta una bandana nera in modo da cercare di provare l'esistenza di una qualche sorta di radicalismo che non non c'è mai stato da quelle parti. Anche se il fatto che questo riformismo cerchi di farsi passare per radicalismo, può sembrare un fenomeno innocuo, è deleterio nei fatti. Quando insorgerà una situazione rivoluzionaria, saranno senza dubbio la tesi anarco-liberali che si batteranno per difendere il capitalismo e lo Stato, e faranno questo da sotto la maschera del radicalismo. Così come il 'marxismo' venne messo in campo per distruggere la rivoluzione e contenere il movimento spontaneo dei lavoratori, l'"anarchismo" è stato chiamato in vita per eseguire lo stesso compito in futuro. I suoi ranghi sono pieni di liberali che tentano di farsi passare per radicali. A causa di questo, tutta la natura dell'anarchismo oggi sta cambiando. Le tattiche rivoluzionarie sono state dismesse in favore delle tattiche riformiste - spesso con l'approvazione di alcuni cosiddetti leader dell'anarchismo contemporaneo, la critica rivoluzionaria è stata sostituita da uno stile di vita, l'analisi di classe è stata sostituita da un'identità politica settaria, e l'anarchismo, come già il marxismo prima di esso, si prepara a svolgere il compito di salvare il capitalismo.
- Gli amici di Debord -
( liberamente tradotto da http://www.notbored.org )