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mercoledì 21 ottobre 2009
Barone Haussmann
G.E.H. (1809-1891)
Bulldozer allora non ve n'erano; quindi con pere di ferro giganti,
piene di piombo, penzoloni dalle impalcature, egli distrusse la vecchia Parigi.
Artiste démolisseur, virtuoso del piccone, Attila
del risanamento; anche la casa in cui era nato
fece smantellare. Il futuro era grande, luminoso, necessario.
La gioia della distruzione è al tempo stesso gioia creativa.
Lui affumica i labirinti dei poveri (ah Bakunin, non era questo
che intendevi!); centomila e più straccivendoli,
miserabili, delinquenti e meretrici si danno alla fuga tallonati
da imprese edilizie, locatori strozzini, speculatori.
La sua energia: sconfinata, il suo appetito: insaziabile.
Collo taurino, spalle larghe, corpulenza,. Prendere posto,
finché ce n'è! Le convinzioni sono qui inopportune.
Burocrate, carrierista, parassita dell'immondezaio statale.
Il potere alla cartella: l'amministrazione è tutto.
Galloni d'argento, fronde di quercia sulla rendigote blu, spada
e tricorno. In sù bizantino: un vecchio roué siede sul trono.
(L'augusta mano si è degnata di ordinare). In giù gallinaceo:
un parvenu. Controllo e assistenza coincidono, l'esecutivo,
centralizzato e industrializzato, diventa tecnologia.
Con le loro biffe e i loro teodoliti sciami di geodeti
tracciano linee di fuga e magistrali: spietatamente prospettiche.
Il parlamento una stamberga di chiacchiere, la Legalità non conta.
La pianificazione crea posto per i cannoni. I boulevards: un sistema
di trincee contro la canaglia che si agguata nei sobborghi.
La ville lumiére è mestiere da specialisti. Ingegneri,
spie, contabili e cartografi accorrete! Impero ed empiria.
Egli personalmente è incorruttibile, cioè campa sul rimborso spese.
Vita privata: convenevole, convenzionale. Gioca d'azzardo in borsa,
frequenta i soliti balli, salotti e soubrettes.
Lussureggianti esposizioni mondiali, vaudevilles. Dallo spirito del piè di porco
nasce il Kitsch: tutto è nuovo, tutto è neo. Sotto palmizi
e drappeggi sfila la moda: replica delle repliche.
La vendetta delle macerie si chiama nostalgia. Innanzi alla polizia
il luogo del delitto tra i sibili del gas palesa il suo selciato madido.
Grandeur a credito, bluff occupazionale, metastasi della spesa pubblica.
Miracoli sgorgano dal ferro e dal cristallo, i sensali ingrassano,
circolano le bustarelle. I fixer dell'alta finanza
procedono a iniezioni di credito. Le entrate raddoppiano,
spumeggia il boom, va banque - le jeux sont faits.
Imperturbabile egli si innalza monumenti: gassometri campisanti campidogli
cloache tribunali obitori e, nella banlieue,
gli obelischi dell'industria che contro il cielo sputano
il loro fumo in colonne. I mattatoi maestosi, i vespasiani
decorati con l'aquila imperiale: profitto e profitti in quantità.
No, le premonizioni non erano cosa sua. A crateri di bomba
somigliano sulle antiche stampe gli scavi edilizi. (Quanto crebbero
da allora, insieme alle grandi città, i mezzi per raderle al suolo!
Quali immagini future esse non richiamano alla mente! Rotterdam
Dresda, Hanoi). Un anno dopo che si è dimesso Parigi brucia.
H. M: Enzensberger - Mausoleum -
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