mercoledì 14 ottobre 2009

Linné



C.v. L. (1707 - 1778)

Una follia diversa dalla nostra: la follia di un classico.
Chiara, asciutta e laconica. A quei tempi era tutto più piccolo.
Lui era quasi un nano, scattante, irrequieto, turbolento,
eppure lo sguardo color d'ambra sotto la greve parrucca
era penetrante e gelido: ogni carattere accidentale
dev'essere ricusato. Collezionare, definire, denominare.
Non v'è oscura somiglianza che non sia stata escogitata
ad onta della scienza. Lame terminologiche immerse nelle carni
di un mondo cieco e palpitante per estrarre il sempreguale.

Inventari, nomenclature, repertori. La natura,
un rettangolo atemporale, un immoto reticolo.
Incisioni colorate a mano, tavole sinottiche e genealogiche.
Nel turbine delle apparenze il linguaggio è un punto fisso.
Una grammatica del misurabile: sottile come un pelo,
profondo come un ombelico, conformato a vulva,
attorno come un padiglione auricolare. Classifica,
minuzioso e "sensato". Notte e giorno al lavoro,
senza perdere un attimo finché rimase a Uppsala.

In un paese parco, nel Settecento più misero,
un'arida gioventù, senza soldi per le suole, vitto
da piatti estranei, letto sempre freddo, sotterfugi
per titoli e talleri. Infine la fuga nell'inabitabile.
Laddove quasi nulla più vive, egli riprende vita.
Lapponia 1745: Visto estate e inverno in un sol giorno,
attraversato nuvole, investigato la fine del mondo,
il giaciglio notturno del sole. Nel freddo sboccia
il suo cuore secco. Cladonia, tundra, antica libertà.
Poi di nuovo i cortigiani, i giardini e le anticamere.
Sogni satanici, fantasticaggini, "sensata" oscurità.

Negli occhi d'ambra lampeggia la follia. Immota.
Infine professore, medico personale della regina (meno felice
nella cura delle malattie di petto), presidente dell'accademia.
Poi la stella polare su fascia nera. Tutto troppo tardi.
Dissensi, diffidenza, umide serate trascorse nelle serre,
poi l'apoplessia. Gli ultimi quattro anni li trascorre
semi invalido, in triste debilitade di corpo e di mente.

Nessuno sapeva che egli, che reperito avea sì tante prove
della divina provvidenza tra i fenomeni naturali, da molti anni
raccogliesse simili esempi nei destini degli esseri umani,
che anche i miracoli e i peccati obbedissero alla tassonomia.
Manie persecutorie. Fisime e ossessioni. Accanto all'histoire admirable
des plantes, la storia naturale delle malattie e delle perversioni:
Nemesisi divina, il libro occulto, conservato in apposita custodia,
pieno di pronostici, auspici, presagi. Letture per Strindberg.
Teologia empirica. Lo scienziato come delatore di Dio.

Tutto ha un suo ordine: piromania lussuria infanticidio tradimento
perfidia e crimine d'avvelenamento. Melandro, professore in teologia,
briga e intriga in concistoro finché d'un tratto, alle sei di sera,
la sua testa ruota avanti e indietro. S'accascia, lo ricoverano, ma il dì
di guarigione ei più non vede. Iddio è un rettangolo atemporale,
le sue rappresaglie un reticolo immoto. Forca fuoco defenestrazione
capo mozzato impiccagione. La signora Psilandeerhjelm,
corriva e licenziosa,
giace con un cortigiano di Stoccolma. Colpita d'infermità al basso ventre,
muore di lì a poco. L'aprono e trovano in luogo del bambino un sasso.

Tutto viene così alla luce. Il peccatore marcisce dal vivo.
Un'esistenza piuttosto uniforme. Le punizioni
colleziona, definisce, denomina. Processo minuzioso e "sensato"
come il meccanismo della riproduzione: stame sepali e polline
seme pistillo e ricettacolo. Systema sexualis: un'ossessione mortale.
La vita non esiste, esistono soltanto degli esseri viventi.
Si rattrappisce il venerando vegliardo e rimugina immoto
d'una divina vendetta che seguirebbe la logica. "Sensata".
Insensata. "Sensata". Nella sua follia non v'è posto per "noi".

Il fiore che porta il suo nome, Linnaea borealis L.,
è insignificante, minuscolo e quasi interamente bianco.


H.M. Enzensberger - Mausoleum -

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