giovedì 18 ottobre 2007

Siciliani



"Ammatula ca 'ntrizzi e fa' cannola
Ca lu santu jè ri mammuru je nun sura"
"Inutilmente ti pettini e ti arricci, tanto il santo è fatto di marmo e non suda"
E' - tutta in solo due versi - una "canzone di sdegno", ossia cantata contro una donna già, prima, amata. Veniva gridata, più che cantata, a volte, a notte nella campagna solitaria. Più spesso usata a mo' di proverbio, quasi di sentenza, per descrivere una situazione in cui, a chi vuol tornare all'amore (alla fiducia, all'amicizia) di prima, viene opposta la più gelida indifferenza. Non senza insinuare anche un pregiudizio scettico, rammentando il materiale di cui sono fatte le statue, nei confronti dei miracoli. Il marmo non suda, e non può sudare, né lacrimare, né sanguinare! A tale materialismo si alaccia anche l'aneddoto del contadino che sdradica un pero, il quale non ha mai dato frutti, e lo vende ad uno scultore che ne ricava la statua di un santo. E quando il contadino entra in chiesa e vede la statua sull'altare, i fedeli intorno in preghiera, non può trattenersi dal domandare: "Piru ca mai a lu munnu ha fattu pira, pira n'ha fattu je miraculi vo' fari?" (Pero che mai al mondo ha fatto pere, pere non hai fatto e vuoi fare miracoli?)
"Santa Campana, stuccaci li vrazza a cu ti sona" (Santa campana spezza le braccia di chi ti suona), del resto è un "augurio" che tutt'ora, la domenica mattina, affiora alle labbra di chi vede fugare quel sonno pregustato la sera prima, dopo una settimana di "sonno corto" e di lavoro.
Ma c'è anche l'estremo di "Scinniri di la cruci" (Tirar giù dalla croce) a figurare la più distruttiva maldicenza, quella che mette sottoterra la reputazione di una persona. A negare, in un sol colpo, la pietà (quella di Giuseppe d'Arimatea che depone Gesù Cristo dalla croce) e la fede nella resurrezione, fino a trasfigurarla nella più nera delle detrazioni.
Blasfemi e ironici.
Siciliani!

2 commenti:

kamadora ha detto...

Potevi citare l'autore e il titolo: Leonardo Sciascia - Occhio di capra

BlackBlog francosenia ha detto...

Curiosa, davvero, codesta affermazione! Dal momento che semmai avrei dovuto citare i titoli e gli autori - che poi più che "occhio di capra" (semmai l'edizione precedente, quella per sellerio, intitolata "kermesse") avrei dovuto citare il "museo d'ombre" di bufalino, e magari anche il camilleri del "gioco della mosca". Ma tant'é! Gli autori più che loro - che ri-raccontano storie già conosciute fin da bambino (per chi è nato e cresciuto in sicilia) - rimangono i .. siciliani.
Salud