Prefazione a "The Spectre of Capital. Idea and Reality"
- by Christopher J. Arthur -
Questo lavoro è incentrato sulla spiegazione dell'idea di capitale. La sua particolarità è quella di sostenere che il capitale è esso stesso una “Idea”, e lo è nello stesso senso in cui è stata concepita da Hegel nella sua filosofia. Per lui un'Idea non è un'entità mentale, bensì la piena attualizzazione di un concetto, della sua “verità”, per così dire. Il capitale, in quanto Idea, diventa continuamente presente nella realtà. Questo libro vuole dimostrare che il capitale è il soggetto spettrale della modernità. Il concetto di “spettro del capitale” è stato coniato da me in un articolo del 2001. Esso riecheggia lo “spettro del comunismo” del Manifesto. Ma il comunismo era un movimento reale che mirava ad abolire lo stato di cose esistente, governato dal capitale. Ma quanto è “spettrale” e quanto è “reale” il capitale stesso? Paradossalmente esso è entrambe le cose. Pur avendo una presenza puramente spettrale, è senza dubbio un vero potere sociale, e lo rimane anche di fronte a qualsiasi critica come quella qui presentata. ( Per questo motivo, nella frase del nostro titolo - “Idea e realtà” - la “e” non va presa in modo contrappositivo, ma è indicativa dell'identità). Il metodo seguito nella mia esposizione del capitale, in quanto forma sociale, si basa sulla logica propria del carattere peculiare del suo oggetto. Per una descrizione della logica interna del capitale, sono necessari i parametri della “dialettica di sistema”. Questa presentazione sistematico-dialettica si basa sulla logica filosofica di Hegel. Non si preoccupa di recuperare la grande narrazione della sua filosofia della storia per poi metterla in relazione con il materialismo storico. Si concentra piuttosto sulla sua logica delle categorie. In questo caso, essa viene considerata architettonicamente omologa alle forme sociali del capitale. La dialettica sistematica viene utilizzata per articolare le forme di questo ordine sociale, vale a dire il capitalismo. Il mio metodo di sviluppo logico della forma si fonda sulla constatazione che il movimento dello scambio è analogo al movimento del pensiero, nella misura in cui viene generato un regno di forme pure, le quali si pongono in relazione logica l'una con l'altra, senza alcun contenuto. La presentazione è quindi basata sulla “teoria della forma-valore”. Si tratta di un approccio relativamente nuovo alla critica dell'economia politica. Afferma che le relazioni di valore svolgono un ruolo attivo nel determinare la forma e gli scopi della produzione materiale. La forma sviluppata del valore (merce, denaro, capitale) costituisce la forma sociale caratteristica delle relazioni economiche attuali. Per la teoria della forma-valore, Hegel è un riferimento naturale, dal momento che la sua logica si adatta bene a una teoria delle forme. Inoltre, lo sviluppo del sistema delle categorie di Hegel è diretto ad articolare la struttura di una totalità, mostrando come essa si sostenga negli e attraverso gli interscambi dei suoi momenti interni. Ciò presuppone che la totalità sia strutturata a partire da relazioni interne; e ciò si verifica per definizione nell'ambito di una logica delle categorie. Io sostengo che il capitale sia una totalità di questo tipo. Una teoria della forma sociale attiva, in particolare quella che si riferisce alla forma valore, richiede perciò una presentazione dialettica coerente. L'ambito di questo progetto si limita pertanto alla teoria di una società puramente capitalistica. Di più, esso è limitato alla sua “teoria pura”, ovverosia ai suoi principi, distinti dagli stadi di sviluppo del capitalismo, e sulla base dei quali è possibile condurre lo studio empirico di un capitalismo esistente in modo storicamente fondato. Inoltre, esso è ancora più limitato in quanto tutta la sua attenzione è rivolta al concetto di capitale in sé. Infatti, considero il concetto di capitale talmente ristretto da escludere persino la rendita, poiché la considero un'impurità rispetto al punto di vista teorico, che spiega solo quelle forme che sono necessarie al capitale in quanto concetto o, come farò, all'Idea di capitale. Nonostante un'impostazione così ristretta, viene però dimostrato un risultato importante: la tendenza logica dell'Idea di capitale è quella di completarsi attraverso il suo stesso sviluppo immanente, e di porre quindi in essere tutti i suoi presupposti; esso è auto-fondato, si autodetermina e si autoriproduce. Le riserve necessarie rispetto a questa audace tesi vengono affrontate, in maniera adeguata, nel corso dell'argomentazione stessa, a seconda dei casi. Questo tipo di studio è il necessario prolegomeno per qualsiasi adeguato studio scientifico del capitalismo. Tuttavia, si tratta di un esercizio puramente concettuale, che sviluppa un sistema di categorie che sono in relazione quasi logica. Pertanto, questo libro non è un'opera di economia, ma di filosofia. Per esempio, il “concetto di capitale” qui presentato è ben lontano da un concetto economico correttamente articolato. Lo stesso vale per la “produzione” e per molti altri temi toccati. Ciò è dovuto al fatto che la logica peculiare dell'oggetto ha essa stessa un carattere concettuale. La possibilità stessa di una teoria pura, o di una realtà dell'Idea di capitale, dipende da un'affermazione ontologica relativa al modo in cui il capitale stesso astrae rispetto alle sue basi materiali e costituisce un regno di forme pure. Spero di rivendicare questa importante affermazione anche sviluppando le categorie del capitale all'interno di un quadro sistematico-dialettico. Al contempo, si tratta di una critica delle categorie economiche che esso rappresenta. La critica dell'economia politica viene qui intesa non come una critica dell'apologia borghese del capitale, ma come una critica del sistema del capitale stesso nella misura in cui le sue forme mancano di verità. Nello sviluppo delle mie idee, ho avuto la fortuna di far parte del gruppo di ricerca dell'International Symposium on Marxian Theory, fondato da Fred Moseley nel 1991. Oltre allo stesso Moseley, ringrazio in particolare, per i loro pazienti commenti sul mio lavoro in corso, i membri di lunga data: Riccardo Bellofiore, Martha Campbell, Roberto Fineschi, Patrick Murray, Geert Reuten e Tony Smith. (Questi pensatori sono anche quelli che hanno prodotto in inglese le opere più significative sulla critica dell'economia politica). Per aver commentato il manoscritto originale di questo libro, ringrazio soprattutto Geert Reuten e Tony Smith. Mi hanno salvato da molti errori; ma, naturalmente, non hanno alcuna responsabilità per il libro stesso.
Christopher J. Arthur
Nessun commento:
Posta un commento