venerdì 27 giugno 2025

Dalla Notte dei Tempi !!

Quella che è la Fede comune a tutta questa "Sinistra", presuppone che vi sia una comprensione positivista delle categorie capitalistiche di base, e della loro accettazione in quanto dato ontologico e trans-storico; vale a dire, sarebbe come se la forma di vita sociale capitalistica - il mondo dell'Economia - fosse sempre esistita, fin dalla notte dei tempi!

«Alla soggettivazione, messa in atto dalla sinistra del Capitale, intendendolo come semplice volontà di sfruttamento da parte della “classe dominante” e a partire dal suo “potere di disporre”, ha sempre corrisposto la costruzione di un controsoggetto, ontologicamente stabilito, del “lavoro” eterno, il quale sarebbe stato soggiogato dal capitale (inteso come gruppo di soggetti) solo in modo esteriore. Di conseguenza, il “lavoro” non è stato riconosciuto in quanto astrazione reale specificamente capitalistica; fraintendendo del tutto la moderna costituzione feticista. Così facendo, il paradossale “soggetto oggettivo”, che poi dovrebbe essere la classe operaia, non poteva essere altro - “in sé e per sé” - che la maschera di carattere del “capitale variabile”; in modo che così, il movimento operaio storico, con grande dispiacere di Marx, non si è mai potuto comportare diversamente. Pertanto, l'opposizione sociale tra capitale e lavoro non ha costituito una giustificazione ontologica per la critica del capitalismo, ma ha semplicemente rappresentato, come lotta di classe, nient'altro che la forma del movimento immanente del feticcio-capitale. Solo una rottura nel contesto della forma comune, avrebbe potuto essere emancipatrice; e finora tale punto non è mai stato raggiunto.
Anziché riconoscere, e respingere come del tutto falsa, la questione affermativa di un “soggetto oggettivo” ontologizzato, a partire dal 1968, la nuova sinistra ha semplicemente ribaltato e capovolto la vecchia formula. Il fatto che siano stati invocati tutti i tipi di soggetti sostitutivi - dai “popoli” della periferia ai “gruppi marginali” (Herbert Marcuse) dei centri, passando per le donne, secondo un'ontologia della “femminilità”, oppure per mezzo dei portatori di un'immaginaria economia di sussistenza - ha finito sempre per rimandare tutto al vecchio soggetto del “lavoro”, diventato obsoleto, senza però che si sia mai pensato alla problematica che ne è derivata. Ma la scomparsa di un'ontologia del “lavoro”, e il declino empirico dell'oggettivo soggetto di classe che ad esso si riferisce, sono solo l'altra faccia del limite interno assoluto della valorizzazione; limite che si è raggiunto con la terza rivoluzione industriale. L'apparente sostenibilità del paradigma della lotta di classe, si basava sulla capacità del capitale di accumulare senza limiti; vale a dire di trasformare il “lavoro” in plusvalore. Il declino del “lavoro” e della lotta di classe è pertanto identico al declino della produzione reale di plusvalore, e quindi del comune sistema feticista di riferimento.
Il post operaismo, che ha avuto una notevole influenza sui movimenti recenti, anziché rendersi conto di questo contesto, ha creato invece un'ontologia completamente vuota del controsoggetto oggettivo che viene immaginato nella figura della cosiddetta “moltitudine”, la quale significa tutto e niente. Questo punto finale, e questo punto zero concettuale, del vecchio paradigma non viene più mediato da nulla, e pertanto può essere riempito, e caricato di significato, da quasi tutti i contenuti, o le espressioni, della soggettività capitalistica in decadenza. Simultaneamente, dietro il declino del pensiero basato sulla lotta di classe all'interno dell'ontologia del lavoro, insieme a tutti i suoi sostituti immaginari e alle sue aberrazioni, troviamo nascosto l'interesse concorrenziale, immanente e ben tangibile, di quella che è una particolare situazione sociale; svelata in parte solo di recente. Il processo di socializzazione capitalistica, ha dato origine a una nuova e vasta classe media in possesso di titoli accademici, la cui esistenza economica dipende dall'assorbimento della produzione reale di plusvalore. Con la perdita della sostanza-lavoro, tale esistenza, così come tutta la riproduzione capitalista, rimane sospesa a mezz'aria; e negli ultimi 30 anni è stata prolungata solo grazie al credito di Stato e all'economia della bolla finanziaria.
Conformemente ai cambiamenti sociali derivanti dal processo di crisi strisciante, dal 1968 a oggi, la sinistra e i cosiddetti nuovi movimenti sociali hanno rappresentato essenzialmente, dal punto di vista sociologico, un movimento borghese che in un primo momento si è voluto legare intellettualmente all'ideologia obsoleta del marxismo del movimento operaio, ma che poi, in realtà, immaginando dei sostituti al vecchio “soggetto oggettivo”, ha reso sempre più ideologizzato il proprio interesse personale; lo ha reso la misura delle cose. Nella nuova crisi economica mondiale che si è aperta, e che di colpo accentua bruscamente tutte le contraddizioni, portandole all'attenzione di tutti, ecco che quel passaggio - che dalla precarizzazione porta alla caduta del capitale umano qualificato dal punto di vista accademico - ora ci appare improvvisamente come una manifesta ideologia borghese che minaccia di scatenare quella che è tutta la furia di una coscienza di crisi neo-borghese.»

- Robert Kurz - da "VIES ET MORT DU CAPITALISME. Chroniques de la crise", © Nouvelles Éditions Lignes, 2011

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