mercoledì 26 febbraio 2020

Pubblicazioni

Gli ultimi scritti economici di Karl Marx

"Glosse marginali al Manuale di economia politica di Adolph Wagner" e "Note sulla riforma del 1861[*] e sullo sviluppo della Russia dopo la riforma" - due degli ultimi lavori economici di Marx – consistono di annotazioni che, per quanto sparse e frammentarie, come tutte le annotazioni, mantengono un loro grande significato ai fini della ricerca, dell'approfondimento e della continuità dell'opera marxiana.
Nel primo testo, Marx polemizza con Adolph Wagner, allora influente professore universitario tedesco. Wagner criticava la teoria del valore di Marx, in quanto essa divide il valore in in valore d'uso e valore di scambio. Per il professore esisterebbe invece solamente una classe di valore - il valore d'uso. Continuava, inoltre, poi a criticare Marx per aver dedotto che è il lavoro la fonte del valore di tutte le merci, e per non aver considerato il guadagno di capitale come suo elemento costitutivo. Prontamente, Marx respinge la confusione che tra queste categorie viene fatta, a partire dal fatto che esse in comune avrebbero solo la parola "valore". Il valore d'uso è il prodotto del lavoro concreto, vale a dire, è il prodotto di quella che è la specialità di ciascun lavoratore, mentre il valore proviene dal lavoro astratto, comune a tutte le attività lavorative. La forma sociale concreta del prodotto del lavoro, la merce, è, da un lato, valore d'uso e, dall'altro lato, valore di scambio, dal momento che quest’ultimo è una forma di manifestazione del valore, e non già il suo proprio contenuto. Marx non ha mai neanche considerato il guadagno capitalistico come se fosse un furto ai danni dei lavoratori. Ciò che il capitalista fa, è appropriarsi del plusvalore; appropriarsi del lavoro che non viene pagato ai produttori diretti.
Nel secondo testo, "Note sulla riforma del 1861 in Russia", Marx cerca di portare avanti quella che è la riflessione sul capitalismo della sua epoca a partire dalla sistematizzazione di quelli che allora erano i materiali, quantitativi e informi, dei militanti russi. In questo studio, Marx cerca di comprendere quali fossero i cambiamenti che avevano avuto luogo in Russia dopo l'abolizione della servitù, tenendo conto del fatto che un tale processo aveva generato un significativo sviluppo delle forze produttive, fornendo impulso alle esportazioni, ed espandendole, dando così luogo alla costruzione di un sistema creditizio. Marx era assai interessato a quelli che erano gli eventi in Russia, fino al punto di voler imparare il russo, e  a voler raccogliere e studiare montagne di materiale statistico su quel paese. Percepiva e presentiva le avvisaglie di quelle che sarebbero state trasformazioni rivoluzionarie.
In tempi di egemonia neoliberista, riprendere su basi solide quelli che sono i fondamenti della critica dell'economia politica dell'autore de "Il Capitale" è un compito urgente.

NOTA: *
Nel 1861 entra in vigore la riforma liberale con cui lo Zar Alessandro II abolisce la servitù della gleba; cosa che, per le modalità con cui venne attuata, significò però la privatizzazione - a favore dei grandi latifondisti delle antiche proprietà comuni - delle terre di cui i contadini potevano disporre, e la loro proletarizzazione. Fu in sostanza la premessa allo sviluppo capitalistico della Russia.

2 commenti:

Angelo Attolini ha detto...

Ma Stolypin non è quello che ha fatto la riforma agraria sotto Nicola II dopo il fallimento della Rivoluzione russa del 1905?

BlackBlog francosenia ha detto...

Sì, hai ragione.
Grazie.

f.s.